La collezione botanica della Società Africana d’Italia come strumento di conoscenza per la biodiversità vegetale pre-protostorica
Nell’ambito della collezione museale della Società Africana d’Italia (SAI), un posto importante è occupato dalla collezione botanica nella quale rientrano materie prime, manufatti e derivati di origine vegetale, raccolti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento perlopiù nel corso delle spedizioni finanziate da questa società nelle regioni più direttamente connesse agli interessi coloniali italiani. Nella complessità della collezione museale della SAI, le testimonianze del mondo vegetale sono rappresentate da oltre duecento campioni di diverse categorie vegetali, come semi, frutti, foglie, radici, legni e fibre tessili, oltre ad alcuni manufatti tessili e intrecciati, relativi a più di sessanta specie di piante di interesse alimentare, industriale e farmaceutico. Raccolta con chiari intenti merceologici, oggi questa collezione rappresenta una rara testimonianza di uno spaccato di un mondo vegetale in parte non più esistente.
Il progetto intitolato “La collezione botanica della Società Africana d’Italia come strumento di conoscenza per la biodiversità vegetale pre-protostorica” si pone l’obiettivo di tutelare, conoscere e valorizzare questa collezione botanica storica. Le azioni previste per il raggiungimento di tale obiettivo rientrano non solo nel campo delle discipline storico-archeologiche ed etnografiche, ma si esplicano anche nell’ambito delle scienze agrarie e della biologia molecolare.
Tra le attività in corso di realizzazione nell’ambito del progetto si annoverano la ricostruzione delle vicende storiche che hanno determinato la formazione della collezione, l’identificazione delle specie vegetali che la compongono e il suo utilizzo come riferimento per lo studio dei resti vegetali provenienti da contesti archeologici dell’Africa nordorientale, al fine di poter ricostruire l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente del periodo pre-protostorico di questo territorio. Mirate azioni di valorizzazione consentiranno, inoltre, l’ampliamento dell’attuale nucleo espositivo della collezione nell’ambito del Sistema Museale di Ateneo. Questa collezione rappresenta una potenziale risorsa per la definizione della biodiversità non solo del passato ma anche del futuro, in quanto i materiali in essa raccolti, in particolare alcune cultivar di orzo, sono stati impiegati per l’estrazione e lo studio del DNA e per l’attuazione di una sperimentazione controllata di germinabilità di semi storici. Tale filone di ricerca del progetto è stata condotto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Siena.
Il progetto è inserito nel quadro di un più ampio programma di ricerca volto alla definizione del rapporto uomo-ambiente nel passato tra Asia, Africa e Mediterraneo, già finanziato nell’ambito del POR Campania FSE 2007-2013 / POR Campania FSE 2014-2020, Asse IV – Capitale umano, Asse V – Transnazionalità ed Interregionalità e da cofinanziamenti dell’Ateneo e dell’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente. Attualmente il progetto, diretto da Matteo Delle Donne, è finanziato da Fondi per la Ricerca Scientifica di Ateneo (Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, 2018-2020).