G
        
        
          IOVANNA
        
        
          V
        
        
          ENTRONE
        
        
          V
        
        
          ASSALLO
        
        
          
            Ceramica islamica / Islamic Pottery
          
        
        
          mustard-green colour, it is possible to recognise a
        
        
          simplified version of the motifs with luxurious
        
        
          palmettes, which is found also on a good number of
        
        
          samples from Nishapur (Wilkinson 1973: 128-57) and
        
        
          on a bowl from the Sabah collection of Kuwait (
        
        
          
            Arte
          
        
        
          
            Islam
          
        
        
          1994: 84, 85, no. 11).
        
        
          
            F. Pottery painted in brown, red and mustard-
          
        
        
          
            yellow on a white slip
          
        
        
          (MO166, MO115, MO114)
        
        
          Bowls MO166, MO115, MO114, probably coming from
        
        
          the workshops of Transoxiana operating in Samarkand
        
        
          /Afrasiyab between the 10th and the 11th century,
        
        
          deviate from the decorative patterns seen so far and,
        
        
          despite differing one from the other in terms of
        
        
          ornaments, seem to belong to a same typology, not only
        
        
          for the very soft colours, especially the mustard-yellow,
        
        
          but also for the decoration covering the entire surface
        
        
          and in which we find secondary but characterizing
        
        
          elements which help identify their likely common
        
        
          origin.As for the first one (MO166), the resulting spaces
        
        
          between the four lanceolate petals are occupied by
        
        
          triangular ‘panache’motifs containing a quatrefoil knot
        
        
          within a medallion (a very similar decoration can be
        
        
          seen on a bowl of Tehran; Gouchani 1986: no. 17). On
        
        
          bowl MO115 two bands containing elements derived
        
        
          from epigraphy intersect forming triangular spaces filled
        
        
          in with a grid of dots in red and brown; finally, on the
        
        
          third bowl (MO114) three medallions outlined in
        
        
          brown/black, each of them enclosing a quatrefoil knot in
        
        
          red. On one of the exemplars in the Japanese collections
        
        
          the quatrefoil knot occupies the centre of each of the four
        
        
          sections into which the surface is divided (Mikami 1964:
        
        
          no. 62). Furthermore, along the rim of bowl MO166 we
        
        
          find repeated pairs of triangular graphemes identical to
        
        
          those painted on a fragment fromNishapur and in which
        
        
          Wilkinson has recognized the extreme simplification of
        
        
          an epigraphic motif already known in Susa, Iraq, and
        
        
          un inconsueto color verde senape, si ravvisa
        
        
          un’interpretazione semplificata degli ornati con
        
        
          vistose palmette che si ritrova anche su un discreto
        
        
          numero di esempi da Nishapur (Wilkinson 1973: 128-
        
        
          57) e su una coppa della collezione al-Sabah del
        
        
          Kuwait (
        
        
          
            Arte Islam
          
        
        
          1994: 84, 85, n. 11).
        
        
          
            F. Ceramiche dipinte in bruno, rosso e giallo senape
          
        
        
          
            su fondo bianco
          
        
        
          (MO166, MO115, MO114)
        
        
          Forse da officine della Transoxiana operanti a
        
        
          Samarcanda/Afrasiyab tra il X e l’XI secolo provengono
        
        
          le tre coppe MO166, MO115, MO114 le quali si
        
        
          discostano dagli schemi fin qui visti e, pur avendo ornati
        
        
          differenti tra loro, sembrano appartenere a una stessa
        
        
          famiglia non solo per la tonalità assai smorzata dei
        
        
          colori, soprattutto del giallo senape, ma anche per la
        
        
          decorazione che riveste tutta la superficie e nella quale
        
        
          intervengono elementi secondari ma caratterizzanti per
        
        
          meglio individuare una loro probabile origine comune
        
        
          Nel primo caso (MO166) gli spazi risultanti tra i quattro
        
        
          petali lanceolati del fiorone centrale sono occupati da
        
        
          motivi triangolari ‘a pennacchio’ con all’interno un nodo
        
        
          quadrilobato entro un medaglione (una decorazione
        
        
          molto prossima è su una coppa di Teheran; Gouchani
        
        
          1986: n. 17). Sulla coppa MO115 due bande con
        
        
          elementi di derivazione epigrafica si intersecano
        
        
          formando spazi triangolari campiti da un reticolo
        
        
          puntinato in rosso e in bruno; sulla terza coppa
        
        
          (MO114), infine, tre medaglioni profilati in bruno/nero
        
        
          racchiudono ciascuno un nodo quadrilobato in rosso. Su
        
        
          un esemplare dalle collezioni giapponesi il nodo
        
        
          quadrilobato occupa il centro di ognuno dei quattro
        
        
          settori nei quali è suddivisa la superficie (Mikami 1964:
        
        
          n. 62). Inoltre lungo il bordo della coppa MO166 sono
        
        
          ripetute coppie di grafemi triangolari identici a quelli
        
        
          dipinti su un frammento da Nishapur e nei quali
        
        
          Wilkinson ha ravvisato l’estrema semplificazione di un
        
        
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