Il Museo Orientale
‘Umberto Scerrato’
L
UCIA
C
ATERINA
L’idea di realizzare un museo didattico presso
l’Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’ risale a
molti anni fa e si deve a Umberto Scerrato che, a tal
fine negli anni ’70 del Novecento, aveva acquistato sul
mercato antiquario ceramiche e metalli islamici relativi
all’area iranica. Sempre negli stessi anni erano stati
donati da Valeria Fiorani Piacentini settanta frammenti
di porcellana cinese provenienti da una raccolta di
superficie effettuata a Hormuz sul Golfo Persico.
L’allora Istituto Universitario Orientale era già in
possesso di sette stele funerarie egiziane, donate da
Paul Balog negli anni ’60, alle quali si erano aggiunti
tre frammenti di stele acquistati, negli anni ’70, in
Afghanistan, a Kabul e Ghazni, da Maurizio Taddei.
Troppo a lungo questi materiali sono rimasti ignoti ai
più, custoditi nel Seminario di Archeologia Orientale e
in quello di Arabistica. Con il trasferimento dei
Dipartimenti di Orientalistica nella sede di Palazzo
Corigliano i reperti orientali venivano conservati nella
Biblioteca di Studi Asiatici.
In vista dell’apertura del Museo le collezioni si sono
arricchite di trentasette sigilli del Vicino Oriente
antico, acquistati negli anni ’60 da Giovanni Garbini
ed utilizzati in tutti questi anni come importante
materiale didattico.
Sono entrati a far parte del Museo frammenti ceramici
provenienti da campagne di scavo dell’Orientale negli
anni ’80-’90 nel Sudan orientale.
Materiali provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia nel
2011 sono stati donati da Lanfranco Ricci.
Inoltre le collezioni si sono arricchite di un piccolo
stūpa in miniatura in terra cruda, donato da Giovanni
Verardi e di dieci pezzi di porcellana cinese bianca e
The Museo Orientale
‘Umberto Scerrato’
L
UCIA
C
ATERINA
The idea of realizing an educational museum at the
University of Naples ‘L’Orientale’ dates back to
several decades ago and is due to Umberto Scerrato
who in the 1970s bought to this end Islamic ceramics
and metalwork of the Iranian region on the antiquities
market. During the same decade, Valeria Fiorani
Piacentini also donated seventy fragments of Chinese
porcelain from a superficial gathering carried out at
Hormuz on the Persian Gulf.
The then Istituto Universitario Orientale already had
in its possession seven Egyptian steles, donated by
Paul Balog in the 1960s, which were complemented
by three fragments of steles purchased, again in the
1970s, in Afghanistan (more precisely, in Kabul and
Ghazni) by Maurizio Taddei.
These materials have remained mostly unknown for
too long, preserved as they were in the Seminar of
OrientalArchaeology and in that ofArabic Studies. With
the relocation of the Department of Oriental Studies to
Palazzo Corigliano, the findings were moved to and
preserved in the Library of East Asian Studies.
In view of the opening of this Museum, the
collections have been enriched of 37 seals from the
Ancient Near East bought in the 1960s by Giovanni
Garbini and ceramic fragments from excavations of
‘L’Orientale’ in the 1980s-1990s in the Eastern Sudan.
Materials from Eritrea and Ethiopia in the 2011 were
donated by Lanfranco Ricci.
Moreover collections include a small miniature stūpa
in unbaked clay, donated by Giovanni Verardi and ten
pieces of Chinese blue and white porcelain produced
for the export market, which I have personally donated
to enrich and complement, from an iconographic and