Furono così esposti e presentati al pubblico, sistemati
nelle tre vetrine a disposizione, alcune ceramiche
islamiche dei territori iranici, qualche bronzo islamico,
gran parte dei frammenti di porcellana cinese e alcuni
oggetti di porcellana cinese bianca e blu come primo
nucleo del costituendo museo didattico dell’Orientale.
Era questo il primo passo importante per la creazione
del Museo Orientale.
Poco dopo, infatti, nella sede di Palazzo Du Mesnil
veniva trasferito tutto il materiale, nuovamente
inventariato e studiato per la pubblicazione del
relativo catalogo.
Il cattivo stato di conservazione dei metalli islamici ha
richiesto con urgenza un restauro conservativo. Gli
oggetti sono stati affidati al Laboratorio di Conservazione
e Restauro del MuseoArcheologico Nazionale di Napoli
il cui responsabile è Luigia Melillo. Le restauratrici, sotto
la guida della responsabile della Sezione Metalli, Marina
Vecchi, con grande disponibilità e competenza hanno
ridato nuovo splendore alle agemine, ai nielli e alle ricche
decorazioni dei metalli, successivamente catalogati e
studiati da Roberta Giunta, alla quale si deve anche la
pubblicazione delle stele funerarie egiziane.
Il piccolo nucleo di sculture del nordovest dell’India
è stato catalogato da Giovanni Verardi; il materiale
sudanese, eritreo ed etiopico è stato studiato e
catalogato da Rodolfo Fattovich e da Andrea Manzo; i
sigilli del Vicino Oriente antico da Simonetta Graziani.
I musei didattici universitari sono una consuetudine
molto praticata nelle università straniere, di estrema
utilità poiché consentono agli studenti di poter avere a
disposizione materiali originali, di poterli visionare e
studiare con facilità. L’esistenza di tali musei è ancora
più importante nel campo dell’arte orientale, spesso
insufficientemente rappresentata nei contesti ufficiali.
Tutto ciò acquista un significato particolare nella
realtà italiana per la scarsa presenza, nelle nostre
most of the fragments of Chinese porcelain and some
objects in blue and white Chinese porcelain were
exhibited and presented to the public as the first
nucleus of the future educational museum of
‘L’Orientale’. This turned out to be the first crucial
step in the establishment of the Museo Orientale.
Shortly after, in fact, all the objects were moved to
Palazzo Du Mesnil to be newly inventoried and
studied for their publication in a catalogue.
The poor state of preservation of Islamic metalwork
required urgent restoration. The objects were thus
entrusted to the Laboratory for Conservation and
Restoration of the National Archaeological Museum of
Naples, headed by Luigia Melillo. Under the guidance
of the head of the Metals Section, Marina Vecchi, the
restorers’ helpfulness and competence have brought
back to their original beauty, nielloes, and the inlaid
decorations of the metalwork, which were then
catalogued and studied by Roberta Giunta, to whom we
also owe the publication of the Egyptian funerary steles.
The small group of sculptures of Northwestern India
context was catalogued by Giovanni Verardi; the
materials from Sudan, Eritrea and Ethiopia were studied
by Rodolfo Fattovich and Andrea Manzo; the seals
from the Ancient Near East by Simonetta Graziani.
A widely practiced tradition in foreign universities,
educational museums are extremely useful institutions
allowing students to have original materials at their
disposal, which can thus be easily observed and
studied. The existence of such museums is even more
important in the field of Oriental art, which is often
under-represented in official contexts.
All this acquires special significance within the
Italian context, given the very limited presence of a
comprehensive documentation of Oriental materials
in our public collections.
The oriental art holdings preserved in our museums
L
UCIA
C
ATERINA
Il Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’ / The Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
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