amuleti – i sigilli vicino-orientali sono stati oggetto di
        
        
          innumerevoli studi
        
        
          2
        
        
          sin dal loro primo apparire negli
        
        
          scavi pionieristici francesi e inglesi della metà dell’800
        
        
          che segnarono la ‘riscoperta’ delle civiltà della
        
        
          Mesopotamia antica e del Vicino Oriente preclassico.
        
        
          Nonostante la funzione pratica dei sigilli fosse stata
        
        
          riconosciuta fin dal primo momento,
        
        
          3
        
        
          il loro comparire
        
        
          sulla scena europea nelle grandi collezioni museali – le
        
        
          prime in ordine di tempo quelle del British Museum e
        
        
          del Louvre, formatesi in conseguenza degli scavi in
        
        
          quella che era stata l’antica Assiria (Collon 1990: 22-
        
        
          28, 55) – ebbe grande impatto sulla società
        
        
          aristocratica inglese e francese della seconda metà
        
        
          dell’800. Percepiti in prima istanza come
        
        
          
            objets d’art
          
        
        
          e apprezzati soprattutto per il loro valore estetico, i
        
        
          sigilli stimolarono la mania del collezionismo
        
        
          4
        
        
          e
        
        
          ispirarono un vero e proprio gusto orientalizzante, o
        
        
          più precisamente assirizzante, che si materializzò in
        
        
          una sofisticata gioielleria che non si limitava a
        
        
          riprodurre le tematiche dell’arte figurativa assira, ora
        
        
          nota, su monili e preziosi oggetti d’arredo, ma
        
        
          utilizzava i sigilli stessi per comporre
        
        
          
            colliers
          
        
        
          ,
        
        
          bracciali e orecchini destinati alle dame dell’alta
        
        
          società.
        
        
          5
        
        
          Un esempio paradigmatico è rappresentato
        
        
          dalla
        
        
          
            parure
          
        
        
          indossata da Lady Enid Layard
        
        
          6
        
        
          nel 1873
        
        
          in occasione di un pranzo di gala alla presenza della
        
        
          regina Vittoria e immortalata in un celebre ritratto
        
        
          (Fig. 1) ora conservato, come i gioielli, al British
        
        
          Museum. La
        
        
          
            parure
          
        
        
          di Lady Layard (Fig. 2), eseguita
        
        
          dai famosi gioiellieri londinesi Phillips Brothers &
        
        
          Sons, specializzati nell’esecuzione di goielli di ‘stile
        
        
          archeologico’ (Rudoe 1987: 213-14) è composta da
        
        
          un
        
        
          
            collier
          
        
        
          , un braccialetto e un paio di orecchini: il
        
        
          
            collier
          
        
        
          è formato da 11 sigilli cilindrici di varia epoca
        
        
          e 4 sigilli a stampo neo-babilonesi di ematite,
        
        
          calcedonio e agata in varie sfumature di colore,
        
        
          montati in capsule d’oro e intervallati da germogli di
        
        
          recognized from the beginning,
        
        
          3
        
        
          their first appearance
        
        
          on the European scene in large museum collections –
        
        
          the earliest being those of the British Museum and the
        
        
          Louvre, formed from finds in excavations in ancient
        
        
          Assyria (Collon 1990: 22-28, 55) – it was as
        
        
          
            objets
          
        
        
          
            d’art
          
        
        
          that they first became popular in English and
        
        
          French aristocratic society of the second half of the
        
        
          19th century. Appreciated especially for their aesthetic
        
        
          value, seals became sought-after collector’s items,
        
        
          4
        
        
          and stimulated the rise of an Orientalizing or, more
        
        
          precisely, Assyrian taste. This taste manifested itself
        
        
          principally in a sophisticated jewelry that not only
        
        
          reproduced themes of figurative Assyrian art in jewels
        
        
          and precious decorative objects, but used original seals
        
        
          as elements in necklaces, bracelets and earrings
        
        
          fashioned for high-society ladies. A paradigmatic
        
        
          example is the parure worn by Lady Enid Layard
        
        
          6
        
        
          in
        
        
          1873 at a gala dinner hosted by Queen Victoria, shown
        
        
          in a celebrated portrait (Fig. 1) presently kept, like the
        
        
          jewels themselves, at the British Museum. Lady
        
        
          Layard’s parure (Fig. 2), made by the famous London
        
        
          jewelers Phillips Brothers & Sons, who specialized in
        
        
          ‘archaeological-style’ jewelry (Rudoe 1987: 213-14),
        
        
          consisted of a collier, a bracelet, and a pair of earrings.
        
        
          The necklace is formed of 11 cylindrical seals of
        
        
          different periods and four Neo-Babylonian stamp-
        
        
          seals of hematite, chalcedony and agate in various
        
        
          shades of color, set in gold mounts and alternating
        
        
          with lotus blossoms and lion heads. The bracelet, rigid
        
        
          and of gold, is a copy of the Assyrian ones
        
        
          documented in the reliefs from the ancient capitals of
        
        
          Nimrud and Ninive. It ends with two lion heads
        
        
          supporting and emphasizing a large carnelian cylinder
        
        
          seal. The earrings consist of two chalcedony cylinder
        
        
          seals suspended from two lion’s heads and ending
        
        
          with two small gold pine cones (Rudoe 1987: pls.
        
        
          XXX, 1, XXXI, 3 etc.) In her diaries, Lady Layard
        
        
          Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
        
        
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