I sigilli del Vicino Oriente antico
S
IMONETTA
G
RAZIANI
1. I
NTRODUZIONE
Con il termine ‘sigillo’ si denota una classe di
materiali, caratteristica del Vicino Oriente antico e
ampiamente testimoniata nel lunghissimo arco di
tempo dell’intera sua storia, costituita da piccoli
manufatti generalmente di pietra ma anche di osso,
legno, faience, metallo o argilla, lavorati a incisione o
intaglio.
L’uso del sigillo è documentato fin dal VII millennio
a.C. nella vasta area geografica che si estende dalla
Turchia all’Iran odierni, usualmente denominata
Vicino Oriente antico: dalla Siria e dalla Turchia
centrale provengono i più antichi esemplari di sigillo,
a stampo, noti fino a tutt’oggi, probabilmente adoperati
per essere impressi su materiali quali tessili, pelli, pani.
Le prime impressioni di sigilli su argilla si datano
invece al tardo V millennio a.C. e sono documentate
in Turchia e nell’Iraq settentrionale.
Fin dal suo primo apparire in organizzazioni sociali
complesse, formatesi come esito della ‘rivoluzione
neolitica’, ma non ancora dotate di scrittura, il sigillo
venne impiegato come marchio di proprietà e allo
scopo di garantire e autenticare l’integrità di un
contenuto: grumi di argilla, le cosiddette
cretulae
,
venivano applicati sulle chiusure di porte di magazzini
e di contenitori – giare, cesti, scatole – adibiti allo
stivaggio di beni e poi sigillati. Lasciando impressa la
‘firma’ del funzionario responsabile delle operazioni
di apertura e/o chiusura di magazzini e contenitori, il
sigillo rendeva di fatto impossibile qualsiasi effrazione
non autorizzata e diveniva pertanto un vero e proprio
mezzo di controllo delle attività economiche.
A partire dalla metà del IV millennio a.C. una nuova
tipologia di sigillo, il sigillo cilindrico, appare a Uruk
Seals from the Ancient Near East
S
IMONETTA
G
RAZIANI
1. I
NTRODUCTION
The term ‘seal’ denotes a class of materials typical of
the Ancient Near East, and one that is widely attested
throughout its whole history. Seals are small incised or
carved artifacts, usually of stone, but which can also
be made of bone, wood, faience, metal, or clay. Their
use is documented ever since the 7th millennium BC
over a vast geographical area usually known as the
Ancient Near East, extending from present-day
Turkey to present-day Iran. Syria and central Turkey
have yielded the earliest known specimens, stamp-
seals probably used for making impressions on
materials such as textiles, skins, or bread loaves. The
first known seal impressions on clay date from the late
5th millennium BC. They were found in Turkey and
northern Iraq.
Ever since the first appearance of complex social
organizations, which had formed as an outcome of the
‘Neolithic revolution’ but did not yet use writing, the
seal was used as a property mark and a means to
guarantee integrity of content. Lumps of clay – known
as
cretulae
– were pressed onto the closing systems of
storerooms and containers – jars, baskets, and boxes –
to seal away the goods in them. By thus leaving the
‘signature’ of the official responsible for the opening
and/or closing of the storerooms and containers, the
seal prevented non-authorized access and thus became
a means to exercise control over economic activities.
From the mid 4th millennium BC onward, a new type
of seal, cylinder-shaped, appears at Uruk (present-day
Warka) in southern Iraq, and Susa (present-day Šūš) in
southwestern Iran. Cylinder seals were made of stone
and incised with naturalistic drawings or geometric
patterns. They were rolled on fresh clay, and were thus
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