delle iscrizioni cuneiformi presenti su alcuni di essi
(MO256-MO261, MO269, MO270, MO277). Piccole
aggiunte e/o precisazioni riguardano la bibliografia di
riferimento, aggiornata in funzione dell’enorme mole di
studi – cataloghi di collezioni museali, studi specifici,
ecc. – prodottasi dagli anni ’70 a oggi, ma non alterano
nella sostanza gli studi precedenti, basati essi stessi su
una bibliografia ampia e aggiornata per l’epoca. Alcuni
sigilli, ritenuti a ragione falsi dai tre studiosi, non sono
stati compresi nel catalogo.
La collezione è stata utilissimo complemento didattico
fin dal primo anno d’insegnamento di Luigi Cagni
(1971): docente di Storia del Vicino Oriente antico e di
Assiriologia fino a pochi giorni prima della sua morte
avvenuta nel gennaio del 1998, il poliedrico studioso
amava mostrarli a lezione affinché le molte generazioni
di studenti che ebbero la fortuna di averlo come maestro,
a cominciare da chi scrive, ‘toccassero con mano’piccoli
capolavori di un passato lontano che egli, con la sua
sapienza e intelligenza, sapeva rendere vivo e attuale. Chi
scrive, oggi indegnamente al suo posto, rivolge al suo
mai dimenticato maestro un pensiero affettuoso e grato.
Le fotografie dei sigilli, che negli studi precedenti
riproducevano solo quelli a stampo (de Maigret 1974),
sono state eseguite
ex novo
10
per tutti gli esemplari
della collezione, allo scopo di fornire una
documentazione a colori che meglio rendesse sia i
diversi materiali sia, più in generale, l’aspetto dei
sigilli. Per contro, sono state riprodotte, dopo averle
accuratamente acquisite allo scanner ad alta
risoluzione,
11
le fotografie delle impronte dei sigilli a
suo tempo eseguite e che corredavano gli studi citati.
Nonostante l’esiguo numero, i sigilli della collezione
de ‘L’Orientale’ rappresentano un ampio ventaglio di
testimonianze della glittica vicino-orientale antica
perché assai vari per tipologia, datazione, tematiche
raffigurate, spettro geografico-culturale, materiali
seals are made of, their dates, their iconographies and
styles, and the reading of the cuneiform inscriptions
on some of them (MO256-MO261, MO269, MO270,
MO277). I updated the bibliography to some extent,
since an enormous amount of studies on the subject –
museum catalogues, specific studies, etc. – have seen
the light from the 1970s to the present day. This
however did not require any updating of the substance
of these earlier studies, which are themselves based
on what was at the time a vast and up-to-date
literature. I excluded from the catalogue some seals
these three scholars have correctly recognized as
forgeries.
The collection has served as a very useful didactic
aid ever since the first year of Luigi Cagni’s teaching
(1971). This versatile scholar, who taught Ancient
Near Eastern History andAssyriology until a few days
before his death in January 1998, liked to show them
in his lessons to allow the many generations of
students who had the fortune of having them as their
teacher – including the present writer – to have a direct
contact with these small masterpieces from a remote
past which he, with his knowledge and intelligence,
made come alive. The present writer, who today
unworthily holds his former position, wishes to
express here her affection and gratitude for her never
forgotten teacher.
In the previous studies, the photographs of the objects
only showed the stamp seals (de Maigret 1974) and were
in black and white. I hence had a new set of photographs
taken, in color, of all the specimens in the collection.
10
I
have maintained, instead, the photographs of the seal
impressions included in the previous studies, which
were reproduced with a high-resolution scanner.
11
In spite of their small number, the seals in the
collection of ‘L’Orientale’ are quite diverse in type,
date, portrayed subjects, culture-geographical origin,
S
IMONETTA
G
RAZIANI
I sigilli del Vicino Oriente antico / Seals from the Ancient Near East
21
1...,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,...326