G
        
        
          IOVANNA
        
        
          V
        
        
          ENTRONE
        
        
          V
        
        
          ASSALLO
        
        
          
            Ceramica islamica / Islamic Pottery
          
        
        
          the lead oxide vitreous glaze with a certain quantity
        
        
          of tin, which opacified the surface of the ceramic
        
        
          vessel, while preserving the brightness conferred by
        
        
          the invariable presence of lead. More recent studies
        
        
          have established for the same centuries also the use of
        
        
          a less expensive alkali-glaze (Tamari 1993: 139; see
        
        
          below).
        
        
          The distribution of this technique across most
        
        
          Islamic territories – as witness the finds from
        
        
          Nishapur – and the still missing archaeological
        
        
          evidence of the presence of local kilns in various
        
        
          locations, have made it difficult to identify even today
        
        
          the place of production of many items on the market:
        
        
          this is the case of the monochrome bowl MO82,
        
        
          whose rounded outline with a everted rim, which is
        
        
          reminiscent of Chinese shapes, as well as the greyish
        
        
          tone of the opacifying glaze suggest its attribution to
        
        
          the Iraqi potters of the 9th-10th century, who
        
        
          sometimes apparently tried to reproduce just this
        
        
          characteristic colour of the Chinese stoneware
        
        
          (Tamari 1993: 140).
        
        
          
            Pottery with painted decoration on an opaque
          
        
        
          
            white glaze
          
        
        
          (MO92)
        
        
          
            A. Monochrome.
          
        
        
          Mesopotamia (?); 9th-10th century.
        
        
          The use of opacifiers allowed to better emphasise the
        
        
          painted decoration, be it monochrome as well as
        
        
          polychrome, which was executed in cobalt blue,
        
        
          copper green, manganese purple/brown and, more
        
        
          rarely, iron yellow, both employed singularly and in
        
        
          combination. On the open shapes the most
        
        
          characteristic ornaments are applied on the inner
        
        
          surface, but simple and linear motifs often decorate
        
        
          the outer one as well, which is mostly covered by the
        
        
          glaze.
        
        
          Though not represented in the small of the Museum
        
        
          dimenticata, la quale consisteva nell’aggiungere al
        
        
          rivestimento vetroso, ottenuto con l’ossido di piombo,
        
        
          una certa percentuale di stagno che opacizzava la
        
        
          superficie del corpo ceramico conservandone pur
        
        
          tuttavia la lucentezza garantita dalla costante presenza
        
        
          del piombo. Studi più recenti hanno tuttavia accertato
        
        
          per gli stessi secoli anche l’uso meno costoso di una
        
        
          vetrina alcalina (Tamari 1993: 139; v.
        
        
          
            infra
          
        
        
          ).
        
        
          La diffusione di questa tecnica su gran parte del
        
        
          territorio islamico – come testimoniano i rinvenimenti
        
        
          di Nishapur – e la mancanza ancora oggi di riscontri
        
        
          archeologici sull’esistenza di forni nelle varie località,
        
        
          hanno fatto sì che sia ancora difficile identificare il
        
        
          luogo di origine di molti oggetti in circolazione sul
        
        
          mercato: è questo il caso della coppa monocroma
        
        
          MO82, il cui profilo arrotondato con bordo estroflesso
        
        
          che richiama forme cinesi, nonché la tonalità grigiastra
        
        
          della vetrina opacizzante fanno propendere per
        
        
          un’attribuzione ai ceramisti iracheni dei secoli IX-X,
        
        
          i quali, sembra, abbiano in alcuni casi cercato di
        
        
          riprodurre proprio questa colorazione, tipica dei grès
        
        
          cinesi (Tamari 1993: 140).
        
        
          
            Ceramica dipinta su rivestimento vetroso opacizzante
          
        
        
          (MO92)
        
        
          
            A. Monocroma.
          
        
        
          Mesopotamia (?); IX-X secolo.
        
        
          L’utilizzo dell’agente opacizzante ha permesso di dare
        
        
          un maggior risalto alla decorazione dipinta, sia essa
        
        
          monocroma e policroma, che utilizza i colori blu di
        
        
          cobalto, verde di rame, bruno/violaceo di manganese e,
        
        
          più di rado, giallo di ferro, sia singolarmente, sia
        
        
          combinati. Sulle forme aperte gli ornati più caratteristici
        
        
          sono impiegati sulla superficie interna ma motivi
        
        
          semplici e lineari decorano spesso anche quella esterna
        
        
          che è in gran parte rivestita dalla vetrina.
        
        
          Per quanto assente nella piccola esposizione del
        
        
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