G
IOVANNA
V
ENTRONE
V
ASSALLO
Ceramica islamica / Islamic Pottery
Originating from Mesopotamia, this pottery spread
from Egypt to Syria, to the Iranian territories: from the
north-eastern provinces of Khurasan and Transoxiana to
the southern territories,
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giving birth to a wide production
which flourished for at least two centuries (Lane 1947:
12, pl. 6B; Wilkinson 1973: 54-89, nos. 1-70).
Dish MO89 and bowls MO90 and MO91 can be
attributed to the Iranian provinces, ruled between the
9th and the 11th century by the refined Iranian Samanid
dynasty (819-1005), probably to the Nishapur
workshops, whose intense activity from the 9th century
onwards is witnessed by numerous findings. The
decorative motifs are among the frequently used ones:
the stylized big flower of the dish is closely comparable
to the one on a bowl in the David collection, attributed
to 9th-10th century Iran (von Folsach 1990: no. 62), and
to that on some bowls fromNishapur, which can also be
dated to the 9th and 10th century (Wilkinson 1973: nos.
27a, b, 41, 42, 50; Watson 2004: 202, cat. F.4). The
motif of bowl MO90, with radiating bands and winding
figures, in which also graphic reminiscences have been
recognized, is found on at least three more exemplars
from Nishapur (Wilkinson 1973: no. 44;
Eredità
dell’Islam
1993: no. 16), the area from where we also
have a comparison for the interlacing wide bands of
bowl MO91 (Wilkinson 1973: no. 58).
Monochrome opaque white glazed ware
(MO82)
Mesopotamia (?); 9th-10th century.
Again starting from the mid-9th century, and then
continuing along the 10th century, and always aiming
at better imitating the white cream Chinese pottery,
the Iraqi potters working in the most important centres
– such as Baghdad, the capital of theAbbasid caliphate,
and later Samarra and probably even Basra – resumed
a long discontinued technique already known in the
Achaemenid time, which consisted in complementing
Dalla originaria Mesopotamia queste ceramiche si
sono diffuse dall’Egitto alla Siria, ai territori iranici:
dalle province nordorientali, Khurasan e Transoxiana, a
quelle meridionali,
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dando vita a una vasta produzione
che si è protratta per almeno due secoli (Lane 1947: 12,
tav. 6B; Wilkinson 1973: 54-89, nn. 1-70).
Alle province iraniche dominate tra il IX e l’XI
secolo dalla raffinata dinastia iranica dei Samanidi
(819-1005), e probabilmente alle officine di
Nishapur dove i numerosi rinvenimenti testimoniano
un’intensa attività fin dal IX secolo, possiamo
attribuire il piatto MO89 e le due coppe MO90 e
MO91. I motivi che li decorano sono tra quelli
ricorrenti: il fiorone stilizzato del piatto trova precisi
confronti con quello di una coppa della collezione
David attribuita all’Iran del IX-X secolo (von
Folsach 1990: n. 62), con quello di alcune coppe da
Nishapur databili al IX e X secolo (Wilkinson 1973:
nn. 27a,b, 41, 42, 50; Watson 2004: 202, cat. F.4). Il
motivo della coppa MO90 con raggi e figure ritorte
nelle quali si sono anche viste reminiscenze grafiche,
ritorna su almeno altri tre esemplari da Nishapur
(Wilkinson 1973: n. 44;
Eredità dell’Islam
1993: n.
16) e dalla stessa località viene anche un confronto
per l’intreccio di larghe bande della coppa MO91
(Wilkinson 1973: n. 58).
Ceramica con rivestimento vetroso opacizzante,
monocromo
(MO82)
Mesopotamia (?); IX-X secolo.
Ancora una volta a partire dalla metà del IX e per tutto
il X secolo, e sempre con l’intento di meglio imitare la
white cream pottery
cinese, i ceramisti iracheni
operanti nei centri più importanti come Baghdad, la
capitale del califfato abbaside, e poi Samarra e
probabilmente anche Basra, hanno ripreso una tecnica
già in uso al tempo degli Achemenidi e ormai
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