G
IOVANNA
V
ENTRONE
V
ASSALLO
Ceramica islamica / Islamic Pottery
group are also both the vegetal motifs – such as the two
face-to-face leaves within triangular panels and the
double palmette of MO136 (for a comparative sample
see also a bowl in the Khalili collection (1994: 74, no.
62) – and the elements filling the background such as
the dotted circles and the parallel dashes of MO135, or
the characteristic stamps with a four-lobed flower on
MO137
,
which can be seen also in the first group
featuring animated figures (Watson 2004: 248, cat. H.1).
B. Pottery painted in brown or brown and red on a
pale slip
1. Epigraphic decoration (MO107).
Coeval to the large group of wares called ‘of
Nishapur’ there is another conspicuous amount of fine
specimens painted in dark brown, often used along
with bright red, and featuring mostly epigraphic
motifs, more rarely vegetal and ornithomorphic ones,
characterized by a neat and precise stroke which
stands especially out against the white background,
the latter being left empty just in order to emphasize
the contours. Also these wares – decorated with
inscriptions – have been for a certain time erroneously
attributed to Transoxiana only, and were for that
reason called ‘of Samarkand’, whereas they have later
been found across all the oriental districts.
These wares bearing epigraphic decorations – among
which we find some of the most elegant samples of the
entire tradition of Islamic pottery – feature accurate and
neatly executed inscriptions both in ornamental Kufic
and in cursive script, as well as in an intermediate type
of script which, being typical of pottery decoration,
was named by Bol’shakov ‘ceramics cursive’
(Bol’shakov 1958).
The religious value attributed by Islam to writing,
for its being taught to the believer directly by God,
established its fortune on all the media, from
Nishapur (Wilkinson 1973: nn. 5, 7, 45). Propri di questo
gruppo risultano inoltre sia i motivi vegetali, come le due
foglie affrontate entro i settori triangolari e la doppia
palmetta del MO136 (v. per confronto anche una coppa
della collezione Khalili 1994: 74, n. 62), sia gli elementi
di campitura come i cerchi con punti e tratti paralleli del
MO135 o i caratteristici bolli con fiore quadripetalo sulla
MO137 che si ritrovano anche sul primo gruppo con
figure animate (Watson 2004: 248, cat. H.1).
B. Ceramiche dipinte in bruno e in bruno e rosso
su fondo chiaro
1. Decorazione epigrafica (MO107).
Contemporaneo del folto gruppo di ceramiche
definito ‘di Nishapur’ vi è un altrettanto cospicuo e
rinomato numero di esemplari sui quali in bruno,
accompagnato spesso da un rosso vivace, sono dipinti
ornati soprattutto epigrafici e, in misura minore,
anche vegetali e ornitomorfi, dal tratto preciso e netto
ai quali la superficie bianca, e volutamente sgombra,
dà particolare risalto esaltandone i contorni. Anche
queste ceramiche decorate con iscrizioni sono state
per un certo tempo attribuite erroneamente solo alla
Transoxiana, e pertanto definite di ‘Samarcanda’, ma
poi sono risultate presenti in tutte le province
orientali.
Su queste ceramiche con decorazione epigrafica, tra
le quali si incontrano esempi tra i più eleganti di tutta
la produzione fittile islamica, vengono utilizzate ed
eseguite con cura sia la grafia ornamentale cufica sia
quella corsiva sia, infine, una grafia intermedia
risultata peculiare della ceramica e dal Bol’shakov
definita per l’appunto ‘corsivo ceramico’ (Bol’shakov
1958).
Il valore religioso che l’Islam attribuisce alla grafia,
insegnata al fedele direttamente da Dio, ne ha
decretato la fortuna su tutti i media, in architettura
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