G
IOVANNA
V
ENTRONE
V
ASSALLO
Ceramica islamica / Islamic Pottery
lettering saying: ‘making arrangements before action
preserves from repentance’ (Ventrone 1974: 231;
Gouchani 1986: no. 75); actually, the inscription looks
partially reduced, maybe as a consequence of the
potter’s unskillful estimate of the available space, and
also shows some inaccuracies due to a quite invasive
restoration. The same saying by the Imam ‘Ali,
together with another one reading ‘patience is the key
to happiness’, is featured on a bowl of the Brooklyn
Museum (Gouchani 1986: no. 57).
2. Pseudo-epigraphic decoration (brown on a white
slip; MO95).
Despite the potter/decorator’s extremely skillful
alteration of writing, it is often possible to decipher the
content of the inscriptions; however, there are cases in
which the executor, either intentionally or due to
ignorance, uses well known words (especially
al-baraka,
‘blessing’, and
al-yumn
, ‘happiness’), modifying their
composition with reductions or extensions of the letters,
often trying to achieve symmetry (Ventrone 1974). These
pseudo-inscriptions, which turned out to be highly
diffused, became an autonomous decorative form,
sometimes even with aesthetic significance.
Though it features only two letters (
bā’
and
kāf
)
executed in an extremely stylized Kufic script, the
central ornate of bowl MO95 can be interpreted as the
word
al-baraka
.
3. Pseudo-epigraphic decoration with ornithomorphic
motifs (brown on a white slip; MO103, MO98,
MO94, MO100, MO97, MO106).
Clearly expressed on the wares in this group, especially
on the open forms, is the intention of ‘animating’ the
inscription, with a peculiar treatment of the shafts,
presenting here shapes reminiscent of birds’ wings or
beaks. On the bottom of the bowl is often silhouetted
an elegant bird painted with strokes similar to those of
preserva dal pentimento’ (Ventrone 1974: 231;
Gouchani 1986: n. 75); invero essa è in parte ridotta,
forse per imperizia del ceramista nel calcolare lo
spazio, e presenta qualche inesattezza imputabile a un
restauro alquanto invasivo. Questo detto dell’Imam
‘Ali figura insieme a un altro che recita ‘la pazienza
è la chiave della felicità’ su una coppa del Museo di
Brooklyn (Gouchani 1986: n. 57).
2. Decorazione pseudoepigrafica (bruno su fondo
bianco; MO95).
In molti casi è possibile decifrare il contenuto delle
iscrizioni – nonostante la grafia sia stata alterata dal
ceramista/decoratore con estrema maestria –, in altri
invece l’esecutore, volutamente o per ignoranza,
ripropone vocaboli molto noti (soprattutto
al-baraka,
‘la benedizione’, e
al-yumn
, ‘la felicità’) alterandone
la composizione, con riduzioni o estensioni delle
lettere, spesso alla ricerca di una forma simmetrica
(Ventrone 1974). Tali pseudoiscrizioni sono risultate
assai diffuse e sono divenute espressioni decorative
autonome a volte anche di buon valore estetico.
Alla parola
al-baraka
si può ricondurre l’ornato
centrale della coppa MO95 sulla quale solo due lettere
(
bā’
e
kāf
) dello stesso vocabolo sarebbero state
eseguite in un cufico estremamente stilizzato.
3. Decorazione pseudoepigrafica con ornati ornitomorfi
(bruno su fondo bianco; MO103, MO98, MO94,
MO100, MO97, MO106).
L’intento di ‘animare’ la grafia si esprime sulle
ceramiche di questo gruppo, in particolare sulle forme
aperte, con un trattamento peculiare delle aste delle
lettere che ora presentano terminazioni riferibili alle
ali o al becco di un volatile. Spesso sul fondo della
coppa si staglia un elegante uccello eseguito con tratti
che si ritrovano poi nella grafia dell’iscrizione dipinta
intorno alla parete: è possibile che con esso il
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