impiegati. Sul piano tipologico sono rappresentati sia i
sigilli cilindrici sia quelli a stampo; le due tipologie
documentano un ampio lasso di tempo di uso dei sigilli,
comprendendo nel loro insieme esemplari che si datano
dalla seconda metà del III millennio a.C. al IV-V secolo
della nostra era, vale a dire dall’età accadica a quella
sasanide; le varie tematiche raffigurate rappresentano
un campione significativo del repertorio iconografico
della glittica vicino-orientale antica e sono in diretta
relazione sia alla cronologia dei sigilli sia alla loro
presumibile provenienza geografica.
Quanto a quest’ultima, nulla si può dire con sicurezza
se non a grandi linee, a motivo della loro provenienza
non da scavi regolari ma dal mercato antiquario, peraltro
romano e circa il quale è impossibile ricostruire
attraverso quale trafila i sigilli siano giunti ad esso.
Tuttavia, alcune tematiche sono chiaramente riconoscibili
come mesopotamiche, come per esempio la scena di
presentazione tipica della glittica tardo-accadica
(MO255), neo-sumerica e antico-babilonese (MO256,
MO257, MO260, MO261, MO263) nella quale un
personaggio è introdotto da un dio minore intermediario
dinnanzi a una divinità assisa in trono o in piedi; o la più
complessa scena di adorazione di epoca neo-assira in cui
una o più divinità brandiscono le loro armi o simboli e
sono raffigurate in piedi sugli animali a loro sacri
(MO274, MO277). Questa medesima scena è il
leit motiv
ricorrente anche sui sigilli a stampo del periodo neo-
babilonese, dove però le divinità non sono più
rappresentate antromorficamente ma dai loro simboli
montati su altari o piedistalli (MO279-MO285).
Altre tematiche risultano invece di derivazione
mesopotamica ma re-interpretate secondo tradizioni
locali (Elam, Alta Mesopotamia, Anatolia: MO264,
MO268, MO270, MO272, MO273, MO271, MO265-
MO267), laddove la cultura nata e sviluppatasi nella
Terra fra i due Fiumi si era diffusa con la sua potenza di
and materials. They hence provide a broad sample of
ancient Near Eastern glyptics. Both cylinder and
stamp seals are present. The two types document a
long time span in the use of seals, from the second half
of the 3rd millennium BC to the 4th or 5th century of
our era, that is, from the Akkadian to the Sassanid
periods. The pictured subjects constitute a significant
sample of the iconographic repertoire of ancient Near
Eastern glyptics, and bring evidence both for the
dating of the seals and for their presumable
geographical provenance.
As to the latter, nothing certain can be said except in
very generic terms, since the objects do not come from
regular excavations but from the Roman antiquarian
market, and it is impossible to reconstruct the path by
which these seals reached it. Some themes, however,
are clearly recognizable as Mesopotamian, such as the
presentation scene typical of Late Akkadian (MO255),
Neo-Sumerian and Old Babylonian glyptics (MO256,
MO257, MO260, MO261, MO263), featuring a
character introduced by a minor god to a deity sitting
on a throne or standing; or the more complex worship
scenes of the Neo-Assyrian period showing one or
more deities brandishing their weapons or symbols as
they stand on their respective sacred animals (MO274,
MO277). This same scene also recurs on stamp seals
of the Neo-Babylonian period, where, however, the
deities are no longer shown in their human form, but
represented by their symbols mounted on altars and
plinths (MO279-MO285, MO287).
Other themes, instead, are of Mesopotamian
derivation, but reinterpreted according to the local
traditions of areas (Elam, Upper Mesopotamia,
Anatolia: MO264, MO268, MO272, MO273, MO271,
MO265-MO267) to which the culture that had
originated and developed in the Land Between the Two
Rivers had spread thanks to its power of irradiation.
Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
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