Yéha. The Great Temple
R
OMOLO
L
ORETO
The Great Temple of Yéha was excavated in 1998 by a
French expedition led by Prof. Christian J. Robin and
Prof. Alessandro de Maigret. More recently, the Temple
was the subject of work by a Mission of ‘L’Orientale’
conducted by Prof. Rodolfo Fattovich and Dr Andrea
D’Andrea. The Great Temple of Yéha is one of the most
impressive south-Arabian architectonic evidence on
Ethiopian-Eritrean pre-Aksumite ground (Fig. 3).
Although the socio-cultural details of the Abyssinian
culture dated to the first half of the first millennium BC
are not clearly defined, as well as the intensity of the
relations between Africans and southArabians, there is
no doubt that some technological inputs from southern
Arabia interested Tigray and southern Eritrea.
The temple is located in the southern sector of the
religious city Abba Afsé and is relatively well
preserved because it remained in use for centuries as
a building for Christian worship.
The building was built directly on the virgin rock,
on an irregular ground. The whole structure rests on a
base of limestone blocks that serves to even out the
differences in height of the rock, so that the structures
of the temple could be placed on a flat surface free of
irregularities.
The temple was oriented with the sides facing the
cardinal points. It extends for a length of 23.90×15.20
m wide, and still rises to 13 m.
The building consists of two main elements: a porch
access and a hypostyle hall (Fig. 4). The latter is
characterized by a peculiarity which is not seen
frequently in the southArabian religious buildings: the
presence of an upper floor, now only attested in the
temple of Aṯtar ḏū-Qabd at Barāqiš.
References: Robin, de Maigret 1998.
Translation by the Author
Il Grande Tempio di Yéha
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OMOLO
L
ORETO
The Grande Tempio di Yéha fu oggetto di scavi nel 1998
da parte di una spedizione francese diretta dal Prof.
Christian J. Robin e dal Prof.Alessandro de Maigret. Più
recentemente, il tempio fu oggetto di lavori di
rilevamento da parte di una Missione de ‘L’Orientale’
condotta dal Prof. Rodolfo Fattovich e dal Dr Andrea
D’Andrea. Il Grande Tempio di Yéha rappresenta una
delle maggiori manifestazioni architettoniche sud
arabiche sul suolo etiopico-eritreo di epoca pre-aksumita
(Fig. 3). Sebbene non siano chiaramente definiti i
connotati socio-culturali delle culture abissine datate alla
prima metà del I millennio a.C., o quanto intensi
dovettero essere i rapporti tra le genti africane e i sud
arabi, sono indubbi alcuni apporti tecnologici che
dall’Arabia meridionale investirono il Tigray e l’Eritrea
meridionale. Il tempio è localizzato nel settore
meridionale della cinta religiosa di Abba Afsé ed è
relativamente ben conservato poiché restò in uso nei
secoli come edificio di culto cristiano.
L’edificio fu innalzato direttamente sulla roccia
vergine, su di un terreno non pareggiato. L’intera
struttura poggia su di un basamento di blocchi di
calcare che servono a pareggiare i dislivelli della
roccia, affinché le strutture del tempio potessero essere
poste su di un piano privo di irregolarità.
Il tempio fu orientato con i lati rivolti verso i punti
cardinali. Si estende per una lunghezza di 23.90×15.20
m. di larghezza, e ancora oggi si innalza per 13 m.
L’edificio si compone di due elementi principali: un
pronao d’accesso e un’ampia sala ipostila (Fig. 4).
Quest’ultima è caratterizzata da una particolarità che non
si riscontra di frequente nell’architettura religiosa sud
arabica: la presenza di un piano superiore, a oggi attestato
solo presso Barāqiš nel tempio di Aṯtar ḏū-Qabd.
Bibliografia: Robin, de Maigret 1998.
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