In Search for a Lost Archaeology.
Ideas and Thoughts on a forty years ago
excavation: Umberto Scerrato
and his Sistan
B
RUNO
G
ENITO
An archaeological project that would, today, mainly be
aimed at only studying and analyzing the monumental
and artistic remains, would look very simplistic. These
remains, as macroscopic, historically and politically
significant, and aesthetically enjoyable, which the
political élites of the ancient world and also inAsia and
their ideologies have left us, constitute part of an
indivisible unit, in turn, territorial, settlement, urban,
historical and economic.
From an archaeology primarily art-historical and
historical architectonic in character, one has gone, in just
over a decade, to a completely different archaeology
which has made of a territory, a settlement, a city, history
and economics the main sources of investigation, in the
context of the management and accessibility of the
cultural heritage (including promotion of tourism),
which all the archaeological remains are.
The archaeology of some time ago was assumed,
which is no longer acceptable, that the archaeological
data had a value in itself, the wavelength of the
historical-cultural discovery of the individual. The
breadth of perspectives today to contemplate and
combine into one indivisible set the territory, its
material, artistic, architectural, epigraphic, numismatic,
sphragistics remains etc., the management and the
enjoyment of the cultural heritage they represent, and
which arises mainly from the perspective of a re-
classification of an archaeological remains dug or to
be dug, clearly indicates the new role and function of
a work, the present archaeological research, which
looks definitely to the future (Genito 2012: 3).
Alla ricerca di un’archeologia perduta.
Spunti e riflessioni su uno scavo
di quaranta anni fa: Umberto Scerrato
e il suo Sistan
B
RUNO
G
ENITO
Un progetto archeologico che fosse, oggi, orientato
soprattutto alle sole analisi e allo studio dei resti
monumentali e artistici apparirebbe, molto riduttivo.
Questi resti per quanto macroscopici, storicamente e
politicamente significativi ed esteticamente godibili, che
le élite politiche del mondo antico e dell’Asia e le loro
ideologie ci hanno lasciato, costituiscono parte di
un’inscindibile unità, a sua volta, territoriale, urbana,
insediamentale, storica ed economica.
Da un’archeologia a carattere prevalentemente
storico-artistico e storico-architettonico si è passati, in
poco più di qualche decennio, ad un’archeologia che
ha fatto di un territorio, di un insediamento, di una
città, della storia e dell’economia le principali fonti di
indagine, nel contesto della gestione e della fruibilità
di un bene culturale (promozione turistica compresa),
quali sono tutti i resti archeologici.
L’archeologia di qualche tempo fa partiva dal
presupposto, oggi non più condivisibile, che il dato
archeologico avesse un valore in sé, sulla lunghezza
d’onda dell’importanza storico-culturale del singolo
ritrovamento. L’ampiezza delle prospettive di oggi
contempla e combina in un tutt’uno inscindibile un
territorio, i suoi resti materiali, artistici, architettonici,
epigrafici, numismatici, sfragistici ecc., la gestione e la
fruizione del bene culturale che essi rappresentano. Tale
ampiezza – che guarda soprattutto alla riqualificazione
di un’area archeologica scavata o da scavare – indica
chiaramente il ruolo e la funzione di un nuovo tipo di
lavoro, quello archeologico di oggi, che guarda
decisamente al futuro (Genito 2012: 3).
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