Islamic funerary steles
Roberta Giunta
The seven marble funerary steles in the Museum come
from the burial sites of Fustat, the ancient Cairo, and
are dated to the 9
th
century. Five specimens (MO177-
MO181) date back to the time when Egypt was under
the direct control of the Abbasids, the period when the
caliphs had moved to the new capital, Samarra,
founded in 836
1
by al-Mu‘taṣim on the oriental bank
of the Tigris.
2
One item (MO183) dates back to the
years when the country was under the Tulunids’ rule
(868-905). The seventh stele, the only undated one,
can also be attributed to the mid-9
th
century.
3
All the steles are intact and in good condition; three
artifacts only (MO177, MO178 and MO181) needed a
cleaning operation of the inscribed side.
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The Egyptian steles
5
constitute the largest and best
known
corpus
in the funerary production of the Islamic
territories, although most of the specimens have
unfortunately been removed from their original position.
During the 20
th
century, in fact, the cemeteries,
particularly those of Aswan and Cairo, were almost
completely despoiled of their steles,
6
which were mostly
transferred to the Museum of Islamic Art in Cairo,
holding about 5000 exemplars, most of them complete
and in good state of preservation. The dating covers a
long chronological span, from the beginning of the
Abbasid period to the fall of the Fatimids (second half of
the 8
th
-12
th
century).
7
Among the steles currently preserved in Italy, we also
mention the twenty-eight items on display in the
Section of the Oriental Antiquities of the Vatican
Museum
8
and the seven pieces held at PalazzoAbatellis
in Palermo.
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Le stele funerarie islamiche
R
OBERTA
G
IUNTA
Le sette stele funerarie in marmo del Museo provengono
dalle aree cimiteriali di Fustat, l’antica Cairo, e datano al
IX secolo. Cinque esemplari (MO177-MO181) risalgono
all’epoca in cui l’Egitto era sotto il diretto controllo degli
Abbasidi, nel periodo in cui i califfi si erano trasferiti
nella nuova capitale Samarra, fondata da al-Mu‘taṣim
nell’836
1
sulla riva orientale del Tigri.
2
Un esemplare
(MO183) data invece agli anni in cui il paese era
governato dai Tulunidi (868-905). Alla metà del IX
secolo si può ascrivere anche la settima stele, l’unica
priva di data.
3
Tutte le stele sono intere e in buono stato di
conservazione; solo per tre esemplari (MO177, MO178
e MO181) è stato necessario un intervento di ripulitura
della faccia iscritta.
4
Le stele d’Egitto
5
rappresentano il
corpus
più
consistente e noto della produzione funeraria dei
territori islamici, sebbene quasi tutti gli esemplari
siano stati purtroppo rimossi dalla loro posizione
originaria. Nel corso del XX secolo, infatti, i cimiteri,
in particolare quelli di Aswan e del Cairo, furono quasi
completamente spogliati delle stele,
6
trasferite in
massima parte al Museo di Arte Islamica del Cairo che
ne annovera circa 5000, la maggior parte delle quali
intere e in buono stato di conservazione. La datazione
copre un ampio arco cronologico che va dall’inizio
dell’epoca abbaside alla caduta dei Fatimidi (seconda
metà VIII-XII secolo).
7
Tra le stele d’Egitto pervenute in Italia ricordiamo
anche i ventotto esemplari esposti al Reparto per le
Antichità Orientali dei Musei Vaticani
8
e i sette
conservati a Palazzo Abatellis a Palermo.
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