‘modello’ esistevano sicuramente varie matrici che ebbero
grande circolazione. Gli studiosi concordano su una
datazione di questi esemplari al XII-XIII secolo; pareri
discordi riguardano invece l’area di produzione (Anatolia,
territori mesopotamici o territori iranici?). Da un’attenta
analisi del testo dell’iscrizione Melikian-Chirvani (1982:
130-31) ha messo in evidenza alcune caratteristiche che
potrebbero permettere di escludere una provenienza dai
territori iranici orientali per il periodo in questione.
27
Tuttavia il rinvenimento di vari esemplari nell’area del
Khurasan, nonché la scoperta di uno di questi specchi a
Termez lascia la questione ancora aperta.
Vale la pena di segnalare che il Museo di Capodimonte di
Napoli possiede uno specchio dello stesso tipo (collezione
De Ciccio, n. 625) – ancora integro e in ottimo stato di
conservazione – attribuito da Umberto Scerrato a una
produzione mesopotamica (
Arte islamica a Napoli
1968: 6-7,
n. 6, fig. 8). Per gli specchi con il motivo iconografico delle
sfingi scorpioniche si consiglia uno studio di Scerrato (1980).
I rubinetti di fontana
Il rubinetto di fontana in metallo non sembra
frequentemente attestato nella produzione iranica di
epoca medievale, motivo per il quale l’esemplare
della collezione del Museo risulta particolarmente
pregevole. Di raffinata fattura esso è anche integro e
in ottimo stato di conservazione.
Rubinetto di fontana
(MO193)
Bronzo fuso con decorazione intagliata.
Territori iranici orientali; XII-XIII secolo.
Rubinetto composto di due parti: un condotto con
alloggiamento per la valvola nella parte superiore e una
valvola a torsione. Entrambe le parti recano una decorazione
zoomorfa: la parte terminale del condotto ha una protome
leonina; la valvola ha la conformazione di un uccello. La
metà inferiore della valvola è tronco-piramidale e reca un
were various matrixes of this ‘model’ that had great
circulation. Scholars agree on the dating of these exemplars
to the 12th-13th century; discordant opinions concern
instead the area of production (Anatolia, Mesopotanian,
or Iranian territories?). Based on a close analysis of the
text of the inscription, Melikian-Chirvani (1982: 130-31)
highlighted some characteristics that might help exclude
the Eastern Iranian territories as a possible place of origin
for the examined period.
27
Yet, the discovery of several
exemplars in the Khurasan area, as well as the finding of
one of these mirrors in Termez, leaves the question still
unsettled.
It is worth noticing that the Museo di Capodimonte
in Naples owns a mirror of the same type (De Ciccio
collection, no. 625) – still intact and in an excellent state
of preservation – ascribed by Umberto Scerrato to a
Mesopotamian production (
Arte islamica a Napoli
1968:
6-7, no. 6, fig. 8). On the mirrors with the iconographic
motif of the sphinxes with scorpion’s tail see Scerrato’s
study (1980).
Fountain taps
Metal fountain taps are not frequently documented in
the medieval Iranian production, a fact that makes the
exemplar in the collection of the Museum especially
valuable. Finely crafted, it is also intact and in an
excellent state of preservation.
Fountain tap
(MO193)
Cast bronze with engraved decoration.
Eastern Iranian territories; 12th-13th century.
The tap is composed of two parts: a pipe with a housing
for the valve in its upper part and a torsion valve. Both
these elements feature a zoomorphic decoration: in fact,
the final part of the pipe has a leonine protome, while
the valve is in the shape of a bird. The lower half of the
valve has the shape of a truncated pyramid with a hole for
R
OBERTA
G
IUNTA
Metalli islamici / Islamic Metalwork
153
1...,143,144,145,146,147,148,149,150,151,152 154,155,156,157,158,159,160,161,162,163,...326