di elemento vegetale rinvenuto nella ‘Casa dei Lustri’ di
Ghazni (MNAO di Roma, inv. n. V186).
Gli specchi
Lo specchio è un oggetto attestato di
frequente nella metallistica islamica,
in particolare in un’area che si estende
dall’Egitto ai territori iranici (Fig. 2).
Gli esemplari variano per forma e
dimensioni ma il tipo più frequente
è circolare e privo di manico,
25
una
sorta di disco di circa 10 cm. di
diametro, provvisto, nel centro del
rovescio (ovvero dell’unica faccia
spesso decorata), di una piccola
protuberanza forata utilizzata per
lo scorrimento di una cordicella
da sospensione. Gli specchi, quasi
sicuramente ispirati a prototipi
cinesi, erano in bronzo fuso con una faccia levigata
e il retro decorato a stampo mediante matrice.
Quest’ultimo ha un bordo esterno in rilievo e, nella
maggior parte dei casi, presenta un medaglione
centrale racchiuso entro una stretta fascia circolare.
Gli specchi a oggi noti sono molteplici ma le varianti
decorative sono scarsamente numerose, circostanza
che lascia supporre l’esistenza di numerosi stampi
derivati da pochi modelli, probabilmente riprodotti
anche in epoche successive. La frequente presenza di
versetti coranici, simboli magici e rappresentazione
dei pianeti (cfr. in part. Reinaud 1828, II: 400-20;
Rice 1961: fig. 1) denota anche una funzione magico-
talismanica almeno di alcuni di questi oggetti. A
proposito di un esemplare appartenente alla collezione
del Duc de Blacas, Reinaud (1828, II: 401) precisa
che ‘di questo specchio fu fatto un uso particolare
come testimoniano alcuni autori musulmani. Essi
riferiscono infatti che se un uomo è affetto da un
of the Lustre wares’ in Ghazni (MNAO in Rome, inv. no.
V186).
Mirrors
Themirror is a frequentlydocumented
object among the Islamic metalwork,
especially in the area extending from
Egypt to the Iranian territories (Fig.
2). The examples differ in shape and
dimensions, but the most typical kind
is circular and without a handle,
25
a
sort of disc with a diameter of ca.
10 cm that, in the middle of the
back side (that is, the only side
that is often decorated), features a
small perforated protuberance used
for the passage of a suspension
rope. Almost certainly inspired by
Chinese prototypes, mirrors were
in cast bronze with a polished side and the back
featuring a cast decoration, obtained through a mould.
The back side has an external embossed rim and, in
most cases, it features a central medallion contained
within a narrow circular band. The mirrors known
today are many, but the types of decoration are not
as numerous, a circumstance suggesting the existence
of various moulds derived from a few models which
were probably also reproduced in later epochs. The
frequent presence of Koranic verses, magic symbols
and representations of planets (cf. esp. Reinaud 1828,
II: 400-20; Rice 1961: fig. 1) also indicates a magic and
talismanic function for at least some of these objects.
In relation to an example belonging to the collection
of the Duc de Blacas, Reinaud (1828, II: 401) points
out that ‘this mirror had a peculiar use, as attested by
some Muslim authors. They report in fact that if a
man is suffering from an incurable disease, healing
can come from writing some passages from the Koran
Fig. 2.
Jāmi‘ al-tawārīḫ
, Rašīd al-dīn,
Rašīdīyya, 1307-1315, Khalili Coll.,
ex Royal Asiatic Soc., Ms. Ar. 26, f.
287v, part.
R
OBERTA
G
IUNTA
Metalli islamici / Islamic Metalwork
149
1...,139,140,141,142,143,144,145,146,147,148 150,151,152,153,154,155,156,157,158,159,...326