ﻁﺎﺳﻴﺴﺖ ﻛﻪ ﮔﺮ ﻧﻈﺮ ﻛﻨﻰ ﺧﺎﻟﻰ ﻧﻴﺴﺖ
ﻳﺎﺭﺏ ﻛﻪ ﻫﻤﻴﺸﻪ ﭘﺮ ﺯ ﺣﻠﻮﺍ ﺑﺎﺩﺍ
Che questa coppa sia piena di bei doni!
Che appaia alle bellezze come volto di luna!
È una coppa che, a guardarla, non è vuota
O Signore, che sia sempre piena di ḥalvā.
Una fascia abbastanza simile alla precedente si svolge sul
collo dove però i cartigli quadrilobati sono sostituiti da
coppie di cartigli contrapposti e speculari che generano
una sorta di motivo ‘a clessidra’. Inoltre, in questo caso,
gli otto cartigli sono tutti di natura epigrafica, eseguiti in
uno stile di scrittura identico al precedente e ugualmente in
lingua persiana. Sull’orlo corre una stretta fascia composta
da otto cartigli rettangolari uniti per mezzo di due linee
orizzontali e parallele con elemento vegetale centrale.
Tutti i cartigli dell’orlo recano una decorazione vegetale
ad eccezione di uno nel quale è precisato il nome del
proprietario. La coppa risale agli anni di regno del safavide
Šāh ‘Abbās (1587-1629), o a un’epoca di poco posteriore,
come lasciano immaginare la forma, la distribuzione e il
profilo dei cartigli, i motivi iconografici e le iscrizioni.
33
Il contenuto di queste ultime è di natura poetica, fatta
eccezione per quella sul bordo. L’iscrizione sul corpo è
un poema in metro hazaj, di origine khurasanica, attestato
anche su un’altra coppa simile, proveniente dalla provincia
di Herat, datata al 1604-5, un tempo conservata presso il
Museo Nazionale di Kabul (Melikian-Chirvani 1982: 268-
69, 278, fig. 68). Quest’ultimo esemplare è stato messo a
confronto con una coppa del Musée de l’Homme di Parigi
(Melikian-Chirvani 1974
b
: 583, fig. 8) e, per i due oggetti,
è stata ipotizzata la provenienza da una medesima scuola
dell’area del Khurasan,
33
alla quale si potrebbe ascrivere
anche l’esemplare del Museo.
ﻁﺎﺳﻴﺴﺖ ﻛﻪ ﮔﺮ ﻧﻈﺮ ﻛﻨﻰ ﺧﺎﻟﻰ ﻧﻴﺴﺖ
ﻳﺎﺭﺏ ﻛﻪ ﻫﻤﻴﺸﻪ ﭘﺮ ﺯ ﺣﻠﻮﺍ ﺑﺎﺩﺍ
May this bowl be full of lovely gifts!
May it be laid before the moon-faced beauties!
Here is a bowl that if you will look is not empty
O Lord, may it be ever filled with ḥalvā.
A quite similar band runs along the neck, where, however,
the four-lobed cartouches are substituted by pairs of
specular and opposing cartouches producing a kind
of ‘hourglass’ motif. Moreover, in this case, the eight
cartouches are all of the epigraphic type, executed in a
writing style that is identical to the one we find in the large
central band and similarly in Persian. The decoration on the
rim features a narrow band composed of eight rectangular
cartouches connected to each other by means of two
horizontal and parallel lines with a central vegetal element.
All the cartouches on the rim feature a vegetal decoration,
except one, which bears the name of the owner. The bowl
dates back to the reign of the Safavid ruler Šāh ‘Abbās
(1587-1629), or to a slightly later epoch, as is suggested
by the shape, distribution and outline of the cartouches,
and by the iconographic motifs and the inscriptions.
33
With
the exception of the one on the rim, the content of the
inscriptions is of poetic nature. The inscription on the body
is a poem in hazaj metre, of Khurasanian origin, documented
also on another similar bowl coming from the province of
Herat, dated to 1604-5, and once preserved in the Kabul
National Museum (Melikian-Chirvani 1982: 268-69, 278,
fig. 68). The latter example has been compared to a bowl
of the Musée de l’Homme in Paris (Melikian-Chirvani
1974
b
: 583, fig. 8) and the two objects have been thought
to be from the same school in the Khurasan area,
34
to which
also the example of the Museum might be ascribed.
R
OBERTA
G
IUNTA
Metalli islamici / Islamic Metalwork
157
1...,147,148,149,150,151,152,153,154,155,156 158,159,160,161,162,163,164,165,166,167,...326