in a niche of the house. Other fragments of spoons come also from
the excavation of the Ghaznavid palace (end of 12th-early 13th
century) brought to light by the Italian Archaeological Mission
between 1957 and 1962 (IsIAO archive, inv. nos. 2118, 2173,
stored at the MNAO in Rome). However, since unlike the ‘House
of the Lustre wares’, this palace had ensuing phases of dwelling
and occupation, some finds it difficult to suggest a dating.
22
IsIAO archive, nos. T66, T67, T68, T69, T225, T226, V186.
Some of these items are exhibited at the MNAO in Rome (T67
inv. no. 8356, T69 inv. no. 8357, T225 inv. no. 8323, T226 inv.
no. 8324, V186 inv. no. 8320). All these objects are unpublished.
23
At the two ends of the handle there are, respectively, a small
bowl and an element with two teeth.
24
This spoon’s handle has folding ends, a solution that made it
even easier to use both the spoon and the fork (this object was
recently displayed in the exhibition ‘Arte della Civiltà Islamica.
La Collezione al-Sabah, Kuwait’, held at Palazzo Reale in Milan
from October 21st, 2010 to January 30th, 2011 (
Arte della civiltà
2010: 108, no. 81).
25
For a beautiful example with a handle see Melikian-Chirvani
1982: 230, no. 106.
26
This prince belongs to the Artquid branch of Khartpert (1185-
1234). The other two branches of the family ruled over Ḥiṣn
Kayfā and Āmid (1102-1232) and over Mārdīn and Mayyāfāriqīn
(1101-1408 ca). On the mirror in the name of Artuq Shāh see
Reinaud (1828, II: 404-20).
27
The scholar especially refers to the order followed in the
presentation of some well-wishing terms, as well as the presence
of the words
al-‘alā
and
abadan
that seem not to be documented
in the inscriptions on metals dating earlier than the 13th century.
28
Among the staff heads we mention here in particular an example
from the Keir Collection, formed by an element in the shape of
a truncated pyramid surmounted by a feline (Fehérvári 1976: pl.
39, no. 118).
29
Worthy of mentioning in this case as well is again an example
from the Keir Collection (Fehérvári 1976: pl. 35, no. 106).
30
Melikian-Chirvani 1982: 382-83.
31
The latter term is used with reference to the bowls featuring a
tall splayed feet.
32
The close resemblance between the Iranian and Indo-Islamic
metal productions has occasionally made it difficult to identify
the area of production of the artefacts. The name of the artisan
or that of the owner are often one of the main clues in this sense.
20
Le dimensioni della presa sono approssimativamente equivalenti
a quelle della scodella.
21
Il nome è legato al rinvenimento di un discreto numero di coppe
in ceramica dipinte a lustro metallico ritrovato in ottimo stato di
conservazione in una nicchia dell’abitazione. Altri frammenti di
cucchiai provengono anche dallo scavo del palazzo ghaznavide
(fine XII-inizi XIII secolo) portato in luce dalla Missione Italiana
tra il 1957 e il 1962 (archivio IsIAO, inv. nn. 2118, 2173,
reperti conservati presso il MNAO di Roma). Tuttavia giacché a
differenza della ‘Casa dei Lustri’ il palazzo ebbe successive fasi
di abitazione e occupazione per alcuni reperti è difficile proporre
una datazione.
22
Archivio IsIAO, nn. T66, T67, T68, T69, T225, T226, V186.
Alcuni di questi esemplari sono esposti al MNAO di Roma (T67
inv. inv. 8356, T69 inv. n. 8357, T225 inv. n. 8323, T226 inv. n.
8324, V186 inv. n. 8320). Tutti questi esemplari sono inediti.
23
Alle due estremità del manico figurano, rispettivamente, una
paletta e un elemento a due denti.
24
Le due estremità del manico di questo cucchiaio sono pieghevoli,
soluzione che rendeva ancora più agevole l’uso sia del cucchiaio
che della forchetta (quest’oggetto è stato recentemente esposto
alla Mostra ‘Arte della Civiltà Islamica. La Collezione al-Sabah,
Kuwait’ tenutasi al Palazzo Reale di Milano dal 21 ottobre 2010
al 30 gennaio 2011 (
Arte della civiltà
2010: 108, n. 81).
25
Per un bell’esemplare provvisto di manico si veda Melikian-
Chirvani 1982: 230, n. 106.
26
Questo regnante appartiene al ramo artuchide di Khartpert
(1185-1234). Gli altri due rami della famiglia detennero il
controllo di Ḥiṣn Kayfā e Āmid (1102-1232) e di Mārdīn e
Mayyāfāriqīn (1101-1408 ca.). Per lo specchio a nome di Artuq
Shāh si veda Reinaud 1828, II: 404-20).
27
Lo studioso fa soprattutto riferimento all’ordine di presentazione
di alcuni termini benaugurali, nonché alla presenza delle parole
al-‘alā
e
abadan
che non sembrano attestate nelle iscrizioni su
metalli precedenti al XIII secolo.
28
Tra i pomelli di bastoni ricordiamo soprattutto l’esemplare della
Keir Collection formato da una parte tronco-piramidale sormontata
da un felino (Fehérvári 1976: tav. 39, n. 118).
29
Anche in questo caso vale la pena di ricordare un esemplare
appartenente alla Keir Collection (Fehérvári 1976: tav. 35, n. 106).
30
Melikian-Chirvani 1982: 382-83.
31
Quest’ultimo termine è impiegato per indicare le coppe
provviste di alto piede strombato.
R
OBERTA
G
IUNTA
Metalli islamici / Islamic Metalwork
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