G
IOVANNA
V
ENTRONE
V
ASSALLO
Ceramica islamica / Islamic Pottery
The examples on display feature, under a
green/turquoise glaze, a rather limited, but quite
characteristic repertoire painted in black. Alternating
lines and fragments of ropes are arranged radially on
the wall of the small bowl MO153, which features a
notched rim of Chinese inspiration, as MO143. Both
on the outer wall and on the inside bottom of bowl
MO152, surrounded by a band with graphemes
reminiscent of epigraphic inscriptions, is painted a
branch of the so-called water-weed (Lane 1947: 45),
which constitutes a characteristic element of
distinguishing Kashan pottery (Grube 1976: 186) and
is also repeated on the outside wall of bowl MO154.
The latter shows instead, on the inner surface, a
more complex decoration with two radial bands that
outline four panels, each of them containing a large
palmette filled in with of whorls. Another recurring
motif of Kashan pottery is painted on the bottom of
bowl MO155: it is a swirl of small fish that has been
interpreted as a symbol of eternal life (Soustiel 1985:
210). Well documented, both on the lustrewares of the
late-13th century and on the metalwork, it can be
considered another contribution of the Chinese
iconography spread by the Mongols, which will
survive also on the pottery of Sultanabad of the 14th
century. However, Persian potters apparently did not
always understand its symbolic meaning (Grube 1976:
228, 230).
Siliceous wares with polychrome decoration under
alkali-glaze
(MO161, MO158, MO162)
Iran; 13th century.
The mastery of the new techniques introduced by the
potters of the 12th century produced also attempt at
finding a less complex and expensive way than
mina’i
to get a polychrome decoration. This need was felt both
in the East and the West, that is, not only in Iran but in
Gli esempi in esposizione propongono sotto una vetrina
di colore verde/turchese un repertorio dipinto in nero di
ridotte dimensioni ma abbastanza caratterizzante.
Un’alternanza di linee e frammenti di funi disposti a
raggiera figura sulla parete della piccola coppaMO153, la
quale ha l’orlo dentellato d’ispirazione cinese come la
MO143. Sia sulla parete esterna che sul fondo della coppa
MO152, circondato da una banda con grafemi di
reminiscenza epigrafica, è dipinto il tralcio della
cosiddetta
water-weed
(Lane 1947: 45) o ‘foglia
acquatica’, che costituisce uno degli elementi caratteristici
della ceramica di Kashan (Grube 1976: 186) e che è
ripetuto anche all’esterno della coppa MO154.
Quest’ultima presenta invece, sulla superficie interna,
una decorazione più complessa con due bande radiali
che definiscono quattro spazi contenenti ciascuno una
larga palmetta campita di spirali. Un altro motivo
ricorrente della ceramica di Kashan è dipinto sul fondo
della coppa MO155: si tratta di una girandola di piccoli
pesci che è stato interpretato anche come simbolo della
vita eterna (Soustiel 1985: 210); ampiamente
documentato, sia sulle ceramiche a lustro della fine del
XIII secolo che sui metalli, si può considerare un
ulteriore apporto dell’iconografia cinese diffusa dai
Mongoli, e sopravvivrà anche sulla ceramica di
Sultanabad del XIV secolo; esso tuttavia non sembra
essere stato sempre recepito dagli artigiani persiani nel
suo valore simbolico (Grube 1976: 228, 230).
Ceramica in pasta silicea con decorazione policroma
sotto rivestimento alcalino
(MO161, MO158, MO162)
Iran; XIII secolo.
La padronanza delle nuove tecniche messe in opera
dai ceramisti del XII secolo ha fatto si che si cercasse
anche un metodo meno complesso e costoso del
mina’i
per ottenere una decorazione policroma. Tale
esigenza è stata avvertita a est come a ovest, ovvero
247
1...,237,238,239,240,241,242,243,244,245,246 248,249,250,251,252,253,254,255,256,257,...326