concerne la parte centrale. Il fusto a elementi globulari
sovrapposti – molto probabilmente ispirato a prototipi in
ceramica dei primi secoli dell’era islamica (Baer 1983:
10, fig. 4)
7
– si imposta infatti nella gran parte dei casi su
una base del tipo ‘a saliera’. Inoltre il primo degli elementi
che lo compongono non risulta pertinente, come si evince
chiaramente dall’iscrizione (sia per stile che per contenuto)
nonché dalla forma e la decorazione dei medaglioncini
che dividono il testo in tre sezioni.
8
È dunque possibile
ipotizzare che l’oggetto – o almeno una parte di questo –
sia il risultato di un assemblaggio effettuato in un’epoca
posteriore (verosimilmente tra il XIX e il XX secolo),
come attestato per molti altri manufatti.
L’esemplare, come l’altro portalampada della collezione
(MO184), è stato recentemente restaurato (cfr. nota 1).
Al fine di documentare l’antico ed errato intervento di
assemblaggio l’elemento vasiforme inferiore è stato
lasciato in posizione capovolta.
Piattello di portalampada
(MO187)
Bronzo fuso con decorazione incisa.
Territori iranici orientali; XII-XIII secolo.
Il piattello, molto simile a quello dell’esemplare MO188,
costituisce la parte superiore di un portalampada a stelo. È di
forma circolare con base piatta, parete leggermente obliqua
e breve orlo verticale; esternamente, al centro del fondo, un
sottile elemento in aggetto fungeva da aggancio al fusto. La
decorazione, anche in questo caso molto accurata, interessa
solo la superficie superiore: nel centro del fondo un
medaglione circolare racchiude un quadrupede fantastico
con lunga coda, ali e testa di personaggio maschile con
corona a tre punte, su un tralcio spiraliforme gemmato.
Intorno al medaglione centrale tre cartigli pseudo-
epigrafici in forma di rettangolo con i lati brevi concavi,
alternati a tre medaglioni apicati, racchiudenti ognuno una
medesima composizione vegetale. Sulla parete una sottile
fascia circolare e continua ornata con una ‘rigida’ corda a
assemblage is scarcely documented, especially as regards
the central part. The shaft with globular superimposed
elements – most probably inspired by ceramic prototypes
of the first centuries of the Islamic era (Baer 1983: 10,
fig. 4)
7
– is mostly positioned on a base of the ‘salt cellar”
type. Furthermore, the first of its elements seems unrelated
to the rest, as it can be clearly inferred from its inscription
(both for its style and content) as well as from the shape
and decoration of the small medallions that divide the text
into three sections.
8
Therefore, it can be conjectured that the
object – or at least a part of it – is the result of an assemblage
made in a later epoch (probably between the 19th and 20th
century), as it is documented for many other artefacts.
The item, as the other lamp-stand in the collection
(MO184), has been recently restored (cf. note 1). In order
to document the old and incorrect assemblage, the lower
vase-shaped element has been left in its upside-down
position.
Flat dish of lamp-stand
(MO187)
Cast bronze with engraved decoration.
Eastern Iranian territories; 12th-13th century.
The small dish, very similar to that of the item MO188,
constitutes the upper part of a free-standing lamp-stand.
Round-shaped and with a flat base, it has a slightly slant
wall and a short vertical rim; externally, at the centre of the
bottom, a slender projecting element served as a connection
to the shaft. The decoration, very detailed also in this case,
is to be found only on its upper surface: in the middle of the
bottom, a circular medallion contains a fantastic quadruped
with a long tail, wings and the head of a male character with
a three-pointed crown, on a gemmate spiral vine. Around
the central medallion, three pseudo-epigraphic cartouches
in rectangular shape with concave short sides, alternate
with three apexed medallions, each of them containing the
same vegetal composition. On the wall there is a short and
continuous circular band decorated with a ‘rigid’ rope with
R
OBERTA
G
IUNTA
Metalli islamici / Islamic Metalwork
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