L’attività archeologica
de ‘L’Orientale’ in Africa
R
ODOLFO
F
ATTOVICH
Il coinvolgimento de ‘L’Orientale’ di Napoli (UNO)
nelle ricerche archeologiche sul suolo africano ebbe
inizio nei primi anni del XX secolo con la partecipazione
di Francesco Gallina, allora docente di Etiopico, come
epigrafista alla Missione Archeologica Italiana in
Eritrea, diretta da Roberto Paribeni (Paribeni 1907).
Paribeni e Gallina condussero nel 1905-1906 una
campagna di scavi ad Adulis, sul Golfo di Zula, dove
sorgeva uno dei più importanti empori africani lungo la
via delle spezie in epoca romana e bizantina. Lo scopo
della missione era recuperare un trono monumentale con
un’iscrizione in greco di un re aksumita del III secolo
d.C. (
Monumentum Adulitanum
) e una stele iscritta di
Tolomeo III (247-222 a.C.) copiate da un monaco
egiziano, Cosma Indicopleuste, nel VI secolo d.C. I
risultati di questi scavi permisero di identificare negli
strati sottostanti la città aksumita di epoca tardo-antica
alcuni livelli di occupazione databili al I-II millennio
a.C., che costituiscono tuttora l’unica documentazione
disponibile delle popolazioni che abitavano la costa
africana del Mar Rosso meridionale in epoca
protostorica. Lo scavo di questo sito è stato ripreso nel
2010 da una missione italo-eritrea organizzata dal
Centro di Ricerca nel Deserto Orientale di Varese, diretto
dai fratelli Castiglioni, alla quale partecipa ancheAndrea
Manzo dell’Orientale (Bigliardi
et al.
2011).
Il primo vero impulso a un impegno archeologico
dell’Orientale in Africa venne dato alla fine degli anni
Sessanta del Novecento da Lanfranco Ricci, allora
ordinario di Amarico presso l’Ateneo napoletano
(Beyene 2008). Ricci aveva un grande interesse per
l’archeologia, che considerava – come il suo maestro,
l’insigne etiopista Carlo Conti Rossini – disciplina
The Archaeological Activity
of ‘L’Orientale’ in Africa
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ODOLFO
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ATTOVICH
The involvement of the University ‘L’Orientale’ of
Naples (hereafter UNO) withAfrican archaeology dates
back to the early 20th century, when Francesco Gallina,
at that time professor of Ethiopic, participated as an
epigrapher to the Italian Archaeological Expedition in
Eritrea, under the direction of Roberto Paribeni (Paribeni
1907). Paribeni and Gallina conducted in 1905-1906 a
field season at Adulis, on the Gulf of Zula, where a very
important African harbour for the maritime spice trade
was located in Roman and Byzantine times. The
investigation was aimed at recovering an Aksumite
monumental throne (
Monumentum Adulitanum
) and an
inscribed stele of Ptolemy III (247-222 BC), which were
copied by and Egyptian monk and trader, Kosmas
Indicopleustes, in the 6th century AD. The excavation
brought to the light some strata dating to the 1st-2nd
millennia BC beneath theAksumite town dating to Late
Antiquity. The materials from these strata still are the
only evidence of proto-historic people along theAfrican
coast of the Red Sea, we have. In 2010 the excavation of
this site has been resumed by an expedition of the
Research Center in the Eastern Desert, Varese, directed
by the Castiglioni Brothers, with the participation of
Andrea Manzo, UNO (Bigliardi
et al.
2011).
In the late 1960s-early 1970s, Lanfranco Ricci,
professor of Amharic at UNO, gave the first serious
stimulus to UNO archaeological investigations in
Africa (Beyene 2008), insofar as he was strongly
convinced that archaeology was a crucial discipline to
better understanding the history and culture of the
populations in the Horn of Africa; a conviction he
shared with his mentor, the prominent Ethiopianist
Carlo Conti Rossini. The great interest of Ricci in
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,...326