e Mar Rosso nello sviluppo sociale ed economico
dell’Africa nordorientale. In particolare, lo studio della
ceramica pre-aksumita (I millennio a.C.) da me condotto
al Museo Nazionale diAddisAbeba nel 1975 e 1976 con
un contributo dell’Istituto Italiano per l’Africa evidenziò
la presenza di analogie con la ceramica protostorica e
antica della Nubia (Fattovich 1980), in base alle quali
vennero formulate alcune ipotesi su possibili contatti tra
la Valle del Nilo e l’Altopiano Etiopico, la cui verifica fu
il fondamento delle ricerche dell’Ateneo in Sudan,
Etiopia ed Egitto negli ultimi trenta anni (Fattovich
1982).
Nel 1973 e 1974 Lanfranco Ricci, assistitito da
Claudio Barocas (1973) e da me (1974), condusse le
prime due campagne della Missione Archeologica
Italiana in Etiopia. Nel 1973 venne indagato il sito di
Ginbi nello Scioa (Etiopia centrale), dove vennero
messi in luce i resti di un edificio medievale. Nel 1974
la missione spostò l’area di indagine ad Aksum nel
Tigrai (Etiopia settentrionale) con scavi a Seglamen
dove vennero ritrovati i resti di una grande casa rurale
di epoca medievale e a Bieta Giyorgis, a nord-ovest
di Aksum, dove furono individuate due chiese di
epoca aksumita finale (VI-VII secolo d.C.; Ricci 1976;
Ricci, Fattovich 1987; 1988). L’attività della Missione
venne interrotta nel 1975 a causa della lunga guerra
civile che sconvolse l’Etiopia.
Nuovo impulso all’avvio dell’attività archeologica
dell’UNO in Africa fu dato nel 1975 dall’arrivo a
Napoli di Maurizio Tosi, cui era stato affidato
l’insegnamento di Preistoria e Protostoria dell’Asia. A
Tosi si deve l’idea di avviare una missione archeologica
in Egitto per verificare il possibile ruolo del commercio
tra la Valle del Nilo e il Vicino e Medio Oriente nel
processo di formazione dello stato Egiziano. Nacque
così la Missione Archeologica dell’Orientale in Alto
Egitto (Naqada), diretta da Claudio Barocas con Tosi
Mediterranean and Indian Ocean regions in the social
and economic development of ancient populations in
north-eastern Africa. In particular, the study of Pre-
Aksumite ceramics (1st millennium BC) I conducted in
1975 and 1976 in the National Museum, Addis Abeba,
with a contribution of the Italian-African Institute
apparently pointed to similarities with the late
prehistoric and early historical Nubian pottery
(Fattovich 1980), and suggested some working
hypotheses about the contacts between the Nile Valley
and the Ethiopian highlands, that were at the base of
all UNO archaeological investigations in Sudan,
Ethiopia and Egypt in the last thirty years (Fattovich
1982).
In 1973 and 1974 Lanfranco Ricci conducted the
first two field seasons of the Italian Archaeological
Expedition in Ethiopia, with the assistance of Claudio
Barocas (1973) and mine (1974). In 1973 the
expedition discovered the remains of a medieval
building at Ginbi (Choa, central Ethiopia). In 1974
excavations were conducted at Seglamen, where a
Medieval rural house was discovered, and Bieta
Giyorgis, where two churches of the 6th century AD
were found, in the region of Aksum, Tigray, northern
Ethiopia (Ricci 1976; Ricci, Fattovich 1987; 1988).
The expedition had to be suspended in 1975 as a
consequence of the civil war which inflamed Ethiopia
until the early 1990s.
In 1975 the arrival of Maurizio Tosi to Naples as a
professor of Prehistory and Protohistory of Asia was a
further important step forward in the development of
African archaeology at UNO. Tosi suggested to conduct
fieldwork in Egypt in order to testing the potential role
of long distance trade with Mesopotamia as a crucial
factor in the process of State formation in the Nile
Valley. In such a way a research project about the
Predynastic Period in Egypt was designed and the
R
ODOLFO
F
ATTOVICH
L’attività archeologica de ‘L’Orientale’in Africa / The Archaeological Activity of ‘L’Orientale’in Africa
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