Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
80-83, pls. 19-21). One more fragment of the same
type (MO31) has a phoenix in the background, while
on the rim there was probably a representation of the
‘Eight Precious Things’ (Aga-Oglu 1982: 61, pl. 123;
Pinto de Matos 1997: 80-81).
This is one of the most used decorative repertoires at
the end of the Ming dynasty and includes the pearl or
zhu
jewel, a well-wishing emblem, the
fangsheng
open lozenge, which expressed duality and was a
symbol of victory and success, the musical stone
qing
,
symbolising justice and perfection, the
jing
mirror or,
alternatively, the
hua
painting, symbolising conjugal
happiness, the
qian
cash, an emblem of wealth and
good health, the artemisia leaf
aiye
, a symbol of good
fortune, the pair of books
shu
, symbolising learning
and wisdom, and, finally, the pair of rhinoceros horns
bowls
xijue
, an emblem of happiness.
The blue and white porcelain of the
kraak
type is the
most commonly exported one at the end of the Ming
dynasty, as witness some finds of shipwrecks datable
to that period, in particular that of the Dutch ship ‘Witte
Leeuw’, sunk offshore from Saint Helena’s island in
1613 (Pijl-Ketel 1982: 120;
Ead.
2002-3: 94-97). The
name itself,
kraak
, might derive from the name of a type
of Portuguese ship, ‘carrack’; two vessels of this kind
were captured, between the end of the 16th and the early
17
th
century, by the Dutch, who called just
kraak
the
Chinese ware they found on board. According to
another hypothesis, the term would derive from the
Dutch word
kraken
, which means easily breakable, or
also from the name of the shelves over the fireplaces,
kraken
, on which porcelains were usually arranged
(Kerr, Mengoni 2011: 22). Blue and white ware of the
kraak
type is very often represented in Flemish still
lives (Spriggs 1964-66: 73-87), thus attesting its
popularity and appreciation in Europe.
The
kraakporselein
is a type of production intended
sapere e lungo quello esterno motivi floreali (Rinaldi
1989: 61, tav. 31; Pinto de Matos 1997: 80-83, tavv.
19-21). Ancora un altro frammento che rientra nella
stessa tipologia (MO31) rappresenta sul fondo una
fenice mentre sul bordo è probabile che fossero
raffigurate le ‘otto cose preziose’ (Aga-Oglu 1982: 61,
tav. 123; Pinto de Matos 1997: 80-81).
È questo uno dei repertori decorativi più utilizzati
alla fine della dinastia Ming e comprende la perla o il
gioiello
zhu
emblema augurale, la losanga
fangsheng
espressione di dualità e simbolo di vittoria e successo,
la pietra musicale
qing
simbolo di giustizia e
perfezione, lo specchio
jing
o alternativamente il
dipinto
hua
simboli di felicità coniugale, la moneta
qian
emblema di ricchezza e salute, la foglia di
artemisia
aiye
simbolo di buona fortuna, la coppia di
libri
shu
simbolo del sapere e infine la coppia di coppe
di corno di rinoceronte
xijue
emblema di abbondanza.
La porcellana bianco e blu di tipo
kraak
è quella più
comunemente esportata a fine Ming e lo testimoniano
alcuni ritrovamenti di navi databili a quel periodo, in
particolare quello della nave olandese ‘Witte Leeuw’
affondata al largo dell’isola di Sant’Elena nel 1613
(Pijl-Ketel 1982: 120;
Ead.
2002-3: 94-97). Lo stesso
nome
kraak
potrebbe derivare dal nome del tipo di
nave portoghese ‘caracca’, due delle quali, tra la fine
del XVI e gli inizi del XVII secolo, furono catturate
dagli olandesi che chiamarono per l’appunto
kraak
il
vasellame cinese recuperato. Un’altra ipotesi farebbe
derivare il termine dalla parola olandese
kraken
che
significa di facile rottura o ancora dal nome delle
mensole sopra i caminetti
kraken
sulle quali si era
soliti sistemare le porcellane (Kerr, Mengoni 2011:
22). Vasellame bianco e blu di tipo
kraak
è molto
spesso rappresentato sulle nature morte fiamminghe
(Spriggs 1964-66: 73-87) a testimoniare la popolarità
e l’apprezzamento di cui godeva in Europa.
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