Lucia Caterina
Porcellana cinese - Chinese porcelain
for the European market, characterized by a thin body
porcelain, sometimes showing imperfect workmanship,
a bright blue, and, above all, a peculiar decoration
featuring alternate larger and narrower panels adorned
with the usual Chinese iconographic repertoire ranging
from floral, zoomorphic and geometric elements to
landscapes sceneries populated by literati, cloud motifs,
flying horses etc. It is mainly tableware constituted by
open shapes such as dishes, bowls, cups and by closed
shapes such as bottles and
kendi
vessels, the latter being
globular or zoomorphic.
Worthy of notice in this context is the fragment of a
kendi
(MO61) from the Museum collection that has to
be compared with the exemplar (MO10) which will
be discussed later. The name
kendi
is probably a
corrupted form of the Sanskrit term
kuņdikā
, the flask
held by the bodhisattva Avalokiteśvara, whose shape
is inspired by that of a gourd. The Portuguese call it
gorgoletta
and in the Dutch East India Company
records it is defined as
gorgolet
. The
kendi
can be of
either zoomorphic or globular shapes, as is the case
with this item, featuring a globular body and a
mammiform spout. The decoration is composed by
rectangular panels with alternate floral elements and
flying horses, a frequently represented motif on the
chinaware of the 16th century (Lunsingh Scheurleer
1980: 187, cat. no. 32; Adhhyatman 1987: 94, pl. 123;
Khoo Joo Ee 1991: 83-84, figs. 103-6).
Among the fragments of porcelain of the
kraak
type
there are some bases of small bowls known with the
Dutch term
kraaikop
or with the English term
crow cup
,
given the presence, at their bottom, of a bird perched on
a rock. Another characteristic shape is that of a bowl
called
klapmuts
in Holland, from its shape which is
reminiscent of a monk’s woolen hood (
muts
) with a
broad flared rim. Sometimes, the bases of these small
bowls show marks of the Ming reign, such as those of
La
kraakporselein
è un tipo di produzione destinata
al mercato occidentale caratterizzata da una porcellana
dal corpo sottile, da una fattura non sempre perfetta,
da un blu luminoso, ma soprattutto da un decoro
contraddistinto da pannelli più larghi alternati ad altri
più stretti ornati con il consueto repertorio iconografico
cinese che spazia da elementi floreali, zoomorfi e
geometrici a scene di paesaggio animate da letterati-
funzionari, a motivi di nuvole, cavalli alati, ecc. Si
tratta soprattutto di vasellame da tavola costituito da
forme aperte quali piatti, coppe, tazze e da forme
chiuse quali bottiglie e recipienti
kendi
, questi ultimi
globulari o zoomorfi.
Da segnalare a tale proposito il frammento di un
kendi
(MO61) della collezione del Museo da
confrontare con l’esemplare (MO10) di cui si tratterà
in seguito. Il nome
kendi
è una probabile corruzione
del termine sanscrito
kuņdikā,
la fiasca tenuta in mano
dal bodhisattva Avalokiteśvara la cui forma deriva
dalla zucca. I portoghesi la chiamano
gorgoletta
e sui
registri della Compagnia Olandese delle Indie
Orientali è definita
gorgolet
. I recipienti
kendi
possono
essere sia zoomorfi sia globulari, come nel caso in
esame che presenta corpo globulare e versatoio
mammelliforme. Il decoro è con pannelli rettangolari
in cui si alternano elementi floreali e cavalli volanti,
motivo frequentemente rappresentato sul vasellame
del XVI secolo (Lunsingh Scheurleer 1980: 187, cat.
n. 32; Adhhyatman 1987: 94, tav. 123; Khoo Joo Ee
1991: 83-84, figg. 103-6).
Tra i frammenti di porcellana di tipo
kraak
sono da
segnalare alcune basi di coppette note con il termine
olandese
kraaikop
o con quello inglese
crow cup
per la
presenza sul fondo di un uccello appollaiato su una
roccia. Altra forma caratteristica è quella di una coppa
denominata in Olanda
klapmuts
perché ricorda il
cappuccio di lana (
muts
) di un monaco con un ampio
265