Lucia Caterina
Porcellana cinese - Chinese porcelain
Xuande [1426-35] (MO24, MO38) and Chenghua
[1465-87] (MO25), referring thus to those periods in
which blue and white porcelain reached its highest
perfection and beauty. Such marks are often used also
on wares manufactured in other epochs, with no
intention of producing a fake, but rather in order to
increase the value of the object through its attribution to
what were considered as classic periods for such a type
of manufacture. The reign marks are rarely found on
wares intended for the exportation, while more frequent
are the commendation ones with characters indicating
‘long life, wealth and honour’,
chang ming fu gui
(MO42), or
fu gui jia ji
, ‘beautiful object for the rich and
honourable’ (MO16).
The ten blue and white items of the Museo Orientale
collection also belong to the category of the export
porcelain of the end of the Ming Dynasty. Just like the
fragments, these are tableware datable from the end
of the 16th and the 17th century. Seven of them are
open shapes and three are closed shapes.
Among the open shapes there are four dishes, all of
them with lobed rim, characterized by decorations
featuring birds, (MO1, MO4), deers (MO2, MO3) on a
background landscape of rocks and floral, vegetal and
geometric elements. Quite unique is the dish (MO4) of
the
kraak
type, made distinctive by the representation,
on the bottom, of an octagonal medallion and, on the
sides, of eight circular panels and elements of the ‘Eight
Precious Things’ repertoire.
The frequent presence of one or two deers on the
kraak
tableware is connected to Taoist symbology and
represents longevity, but it is also an emblem of grace
and of the mountain. It is said that the deer is the only
animal capable to find the
linghzi
, sacred fungus of
immortality, that was apparently to be found at the feet of
the pine tree. It is a decorative motif usually paired with
Taoist subjects and symbols of longevity, such as the
orlo svasato. Le basi di queste coppette talvolta
presentano marche delle ere di regno Ming, quali
quelle di Xuande [1426-35] (MO24, MO38) e di
Chenghua [1465-87] (MO25), facendo cioè riferimento
a quei periodi in cui la porcellana bianca e blu aveva
raggiunto la massima perfezione e bellezza. Tali marche
sono spesso utilizzate su vasellame anche di altre
epoche con l’intento, non di falsificare, ma di
valorizzare il pezzo attribuendolo ai periodi considerati
classici per un tale tipo di produzione. Le marche di
regno si trovano raramente sul vasellame destinato
all’esportazione, mentre più frequenti sono quelle
elogiative con caratteri indicanti ‘lunga vita, ricchezza
e onore’
chang ming fu gui
(MO42) oppure
fu gui jia
ji
‘bel pezzo per il ricco e onorevole’ (MO16).
I dieci esemplari bianchi e blu che fanno parte della
collezione del Museo Orientale rientrano anche essi tra
la porcellana d’esportazione della fine del periodo Ming.
Si tratta, come nel caso dei frammenti, di vasellame da
tavola databile tra la fine del XVI e il XVII secolo. Sette
sono le forme aperte e tre sono quelle chiuse.
Tra le forme aperte quattro sono i piatti, tutti con
orlo lobato, caratterizzati da decori con uccelli (MO1,
MO4), daini (MO2, MO3) inseriti in un paesaggio
rappresentato da rocce, elementi floreali, vegetali e
geometrici. Particolare è il piatto (MO4) di tipo
kraak
contraddistinto sul fondo interno da un medaglione
ottagonale e lungo la parete da otto pannelli circolari
e da elementi del repertorio delle ‘otto cose preziose’.
La frequente presenza di uno o due daini su
vasellame
kraak
si richiama alla simbologia taoista e
indica longevità ma è anche emblema di grazia e della
montagna. Si narra che il daino sia l’unico animale
capace di trovare il fungo sacro dell’immortalità
lingzhi
che sembra si trovi ai piedi degli alberi di pino.
È un motivo decorativo di solito abbinato a soggetti
taoisti e a simboli di longevità, quali il pino, la pesca,
267