Lucia Caterina
Porcellana cinese - Chinese porcelain
Very common is also the iconographic repertoire
featuring floral and zoomorphic motifs and geometric
elements.
There are only two fragments dating back to the 15th
century: the first one is the wall of a porcelain bowl
(MO30), decorated both outside and inside with dense
flowers scrolls in a beautiful dark blue and featuring
two holes, either in order to hang the object, as it was
customary in the Middle East countries, or, most likely,
for the insertion of a metal mount. The use of metal
mounts, as already said, was very common in Europe
in order to embellish and enhance the appearance of
the blue and white porcelains, which were considered
too plain and bare for the Western taste, and so the
objects were often pre-arranged in that sense (Lunsingh
Scheurleer 1980; Aga-Oglu 1982: 54-55, cat. no. 110;
Crick 1997-98: 71, figs. 3-4).
The second fragment, again the wall of a bowl
(MO57), features along the rim a band of key-fret and
on the side flowers in a lavender blue tinge (Pope
1956: pls. 47 [29.321], 49 [29.336]).
Much more substantial is the group of fragments
datable to the 16th century, decorated with the charac-
teristic motifs of the export porcelain of this period,
and that represent the forerunner of what will later be
called
kraakporselein
.
Among these, worthy of mention is a fragment of a
large dish with rounded sides and broad oblique rim,
decorated with circular geometric elements that are in
reserve against a dotted background, while the rim
features a wide band with scales and lobed cartouches
in reserve (MO44). Another fragment of the side of a
dish (MO63) presents, along the inside rim, one of the
‘Eight Precious Things’ or
babao
, i.e. the pair of books
strung together with a ribbon that are the emblem of
learning and wisdom, and on the outside rim a floral
pattern (Rinaldi 1989: 61, ill. 31; Pinto de Matos 1997:
dallo spessore consistente. Anche il decoro in blu
cobalto sotto coperta presenta tonalità molto diverse,
da un blu chiaro e luminoso ad uno scuro, da una
tonalità lavanda ad una grigiastra.
Abituale è pure il repertorio iconografico che utilizza
decori floreali, zoomorfi ed elementi geometrici.
I frammenti risalenti al XV secolo sono solo due, il
primo è una parete di coppa (MO30) ornata sia
all’esterno che all’interno con fitte volute floreali in un
bel blu scuro e che presenta due fori per sospendere
l’oggetto come era consuetudine nei paesi del Medio
Oriente o forse più probabilmente per l’inserimento di
una montatura metallica. L’uso di guarnizioni
metalliche, come già detto, era molto diffuso in Europa
per abbellire e impreziosire le porcellane bianche e blu,
considerate troppo semplici e spoglie per il gusto
occidentale e perciò spesso gli oggetti erano predisposti
in tal senso (Lunsingh Scheurleer 1980; Aga-Oglu
1982: 54-55, cat. n. 110; Crick 1997-98; 71, figg. 3-4).
Il secondo frammento, sempre una parete di coppa
(MO57), presenta lungo il bordo un motivo geometrico
a greca e sulla parete elementi floreali eseguiti in una
tonalità blu lavanda (Pope 1956: tavv. 47 [29.321], 49
[29.336]).
Molto più consistente è il gruppo di frammenti
databili al XVI secolo decorati con motivi
caratteristici della porcellana d’esportazione di questo
periodo e che rappresentano gli antecedenti di quella
che successivamente sarà chiamata
kraakporselein
.
Tra questi va segnalato un frammento di un grande
piatto a parete ricurva e larga tesa obliqua ornato con
elementi geometrici circolari che si stagliano su un
fondo tratteggiato mentre sulla tesa compare una larga
banda a scaglie con cartigli lobati in riserva (MO44).
Un altro frammento della tesa di un piatto (MO63)
presenta lungo il bordo interno una delle ‘otto cose
preziose’
babao
, cioè la coppia di libri, emblema del
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